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lunedì 12 dicembre 2011

IL NOSTRO TEMPO E'ADESSO spiega le ragioni della partecipazione allo sciopero generale

Ciao a tutti,
ritorno alla carica con un articolo che credo meriti una riflessione....
alla vigilia delle sciopero generale di oggi, Lunedi 12 dicembre, forse vale la pena di interrogarsi su una domanda...E proprio vero che questa manovra non penalizza i giovani precari?
 La rete dei precari "il nostro tempo é adesso" ha espresso le sue ragioni di partecipazione allo sciopero mettendo in luce le problematiche che conseguono da questa ultima manovra del governo Monti, questo per ricordare che, non é una questione di governo (prima c'era il governo Berlusconi e ora non c'è più ma una chiara risposta alla problematica del lavoro e della disoccupazione giovanile ancora rimane in sospeso ), ma una questione cecità di un'intera classe politica dinnanzi ad un problema tanto grave quanto di sicuro molto influente sulla "crisi" del nostro paese. Se da una parte la diminuzione dell'Irap per le aziende che decidono di assumere donne e giovani é certamente un piccolo passo verso una maggior tutela per questa parte "debole"della comunità sociale, dall'altro se contemporaneamente non vengono prese misure, da una parte di sviluppo, e dall'altra di CONTROLLO e supervisione su quelle aziende che invece continuano a basarsi su un turn over costante di giovani sottopagati e non tutelati, anche questo piccolo passo rischia di essere inutile. Qui sotto l'articolo del "il nostro tempo é adesso".
«A prima vista si tratta di una manovra che di giovani e precari sembra essersi scordata.
L’emergenza sociale è scomparsa sotto quella finanziaria, tanto da produrre la bizzarra assenza, nella manovra economica, della crisi più grave che il nostro paese attraversa: quella del 30% di disoccupazione giovanile e del dilagare della precarietà.
E invece no. Se ne è ricordata, ma colpisce duro anche lì.
Colpisce con l’intervento sulle pensioni, che mentre penalizza significativamente genitori e nonni, non interviene per assicurare un futuro previdenziale ai precari. Anzi.


1) In un paese con un welfare colpevolmente avaro con i giovani e i precari, colpire le pensioni significa paradossalmente indebolire l’unico welfare esistente per i giovani: la non rivalutazione delle pensioni pesca proprio dalle tasche dei precari, quelli che per l’ultima spesa del mese, sono costretti a bussare alla porta della casa dei genitori.


2) Fuor da ogni lotta tra generazioni dopo questa manovra trovare un lavoro sarà più difficile. Da una parte si bloccherà il ricambio in quelle postazioni a contenuto di conoscenze medio alto, dall'altra si produrrano altri precari: gli over 55 che veranno espulsi dal mercato del lavoro che dovranno aspettare anni per la arrivare alla pensione, senza che venga offerta loro nessun percorso di inserimento attivo.

Evidentemente, il problema non dovrebbe essere mandare in pensione chi lavora per liberare posti, ma creare nuova occupazione attraverso politiche di sviluppo. Tuttavia, in questa manovra, di interventi per stimolare lo sviluppo del paese sembrano essercene davvero pochi. Lo sconto sull’IRAP per chi assume giovani e donne è un intervento col fiato corto: nonostante gli sconti, in un paese che arranca, pochi saranno motivati ad assumere. SI tratta di un intervento destinato ad essere inefficace se contemporaneamente non si imprime una scossa allo sviluppo, che, ad oggi, non si vede.
Assente il sostegno alla ricerca e all’innovazione, così come non c’è traccia di un piano generale che investa sui talenti e le competenze dei giovani per rilanciare l’Italia, magari attraverso l’infrastrutturazione materiale e immateriale, la valorizzazione del territorio, la promozione dei settori di avanguardia.
Ugualmente, l’aumento di 2 punti dell’IVA, così come del costo della benzina, impatterà principalmente sui soggetti più fragili, fra cui giovani e precari, che già oggi hanno dovuto comprimere i propri consumi a causa del lavoro che non c’è o è precario e di compensi miserrimi.

Vorremmo che i giovani, tanto presenti nelle parole del Presidente del Consiglio e nel dibattito di queste settimane su come rilanciare l’Italia, fossero altrettanto protagonisti di provvedimenti concreti: di lotta alla precarietà, di welfare, di estensione dei diritti sul lavoro, di sviluppo economico e produttivo.
E vorremmo soprattutto che i giovani non fossero strumento usato contro loro stessi. Nelle parole di chi utilizza lo scandalo della precarietà per avvalorare la diminuzione dei diritti del lavoro c’è un’operazione strumentale tutta a danno dei precari stessi a cui, tra le righe, si dice: la tua unica prospettiva è spostare la precarietà dal contratto con la scadenza scritta, a un contratto con la scadenza incerta, tutta da decidere: suspance.

L’agenda di Governo dovrebbe essere invertita: prima di tutto interventi per liberare le tante energie compresse e contemporaneamente per salvare una generazione. Significa combattere la truffa della precarietà, estendere i diritti fondamentali ai lavoratori discontinui, attivare un welfare promozionale ed efficace per i precari e per i tantissimi che non riescono a entrare nel mondo del lavoro.
Le risorse per avviare questi processi non vanno trovate deprimendo ancora di più la nostra economia e facendo cassa su chi ha già ampiamente pagato.
Il patto tra noi e lo Stato è saltato da tempo, deve pagare chi fino ad adesso ha gestito questo patto solo a proprio vantaggio.

Serve una patrimoniale che tassi le grandi ricchezze, bisogna intervenire tassando i beni acquisiti, dalle auto di lusso a una tassazione sugli immobili che escluda la prima casa ma pesi sugli immobili di prestigio e sulle case sfitte. E infine combattere l'evasione, unendo alla tracciabilità una seria azione che parta dall'incrocio delle banche dati per rilevare le ricchezze nascoste.
Per tutti questi motivi le reti e i coordinamenti del Comitato “Il Nostro tempo è adesso” parteciperanno alle iniziative dei lavoratori promosse nell’ambito dello sciopero generale del 12 Dicembre. »
http://www.ilnostrotempoeadesso.it/component/content/article/35-contenuti/233-manovra-per-i-precari-non-si-vede-ma-fa-male.html

domenica 28 agosto 2011

VITTORIO ARRIGONI: la verità galleggia ancora in acque torbide

Posto qui un articolo molto interessante uscito il 15 Luglio sul Manifesto e riportato dal sito della Nena (NEAR EAST NEWS AGENCY -Agenzia Stampa Vicino Oriente)..purtroppo ciò che emerge non è per nulla rassicurante....

Il governo di Hamas non mantiene la promessa fatta a giugno e si rifiuta di consegnare alla famiglia dell'attivista italiano ucciso tre mesi fa a Gaza il fascicolo con il risultato delle indagini

MICHELE GIORGIO
Roma, 15 luglio 2011, Nena News – Niente da fare, siamo fermi allo stesso punto. Il governo di Hamas non ha mantenuto la promessa fatta a giugno alla famiglia di Vittorio Arrigoni di consegnare il fascicolo con i risultati delle indagini svolte in questi mesi. L’inchiesta condotta dalla Procura militare di Hamas sul sequestro e l’assassinio dell’attivista e giornalista italiano – compiuti da un (presunto) gruppo salafita esattamente tre mesi fa a Gaza – si è chiusa nella seconda metà di giugno, come le autorità avevano annunciato il mese scorso e riportato dal manifesto. Il file è stato consegnato ai giudici militari che lo stanno esaminando e si preparano a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per due palestinesi (al momento in carcere) coinvolti nell’omicidio (altri due sono rimasti uccisi in un conflitto a fuoco con reparti scelti di Hamas poco dopo l’assassinio di Vik, un quinto indagato è in libertà vigilata). Tuttavia l’assicurazione data da più parti all’avvocato italiano Davide Tundo, che per mesi è stato consulente a Gaza city del “Centro per i Diritti Umani” e costante punto di riferimento della famiglia Arrigoni, che il fascicolo sarebbe stato messo a sua disposizione in modo da essere portato in Italia e tradotto, non è stata sino ad oggi realizzata. E’ chiaro da tempo che solo la diffusione dei verbali degli interrogatori degli imputati potranno chiarire i motivi che hanno spinto i rapitori a prendere in ostaggio Vittorio, il perché del suo assassinio e se è esistita una regia esterna.
La speranza si è trasformata nell’ennesima delusione. A riferire al manifesto questo passaggio dall’entusiamo allo scoraggiamento è lo stesso Tundo, rientrato da qualche giorno in Italia. «Il fascicolo relativo alle indagini è stato depositato il 23 giugno – racconta l’avvocato -, quel giorno con un collega del Centro per i Diritti Umani ci siamo recati in Procura (a Gaza city, ndr). Era l’occasione che aspettavamo da tempo: io ero in partenza pochi giorni dopo e avevamo insistito con le autorità locali affinché il deposito del fascicolo avvenisse in tempo utile da permettermi di ottenere tutte le copie necessarie da consegnare alla famiglia Arrigoni». Sembrava fatta, e invece. «Seduto e trepidante in Procura – prosegue Tundo – osservavo l’impiegato fare copia del fascicolo, nonostante le bizze della fotocopiatrice. Ma all’improvviso è arrivato il colpo di scena. Ci viene detto che la procura che avevamo ottenuto (dalla famiglia Arrigoni) di seguire le indagini e portare in Italia quel prezioso file non andava più bene». «Si trattava solo di apporre i timbri di “conformità” e pagare il dovuto – aggiunge il legale  – ma il procuratore capo ha bloccato tutto. A suo dire la traduzione in arabo della procura doveva avvenire da parte della Delegazione Palestinese in Italia, con apposizione del relativo timbro, più un altro timbro non meglio specificato del Ministero degli Esteri italiano». Una carenza legale mai rilevata prima. «Da quel giorno – conclude l’avvocato italiano – è iniziato un tira e molla che non ha portato risultati: le copie sono rimaste lì (a Gaza) e con esse la verità nella vicenda di Vittorio, secondo gli inquirenti di Hamas».
Questo atteggiamento ostruzionistico delle autorità di Hamas non nasce dall’irrazionalità, ma punta evidentemente ad obiettivi molto  concreti. E non si tratta in ogni caso di paura della verità. Chi scrive, alla luce degli elementi a sua disposizione, esclude che Hamas, come organizzazione politica e militare, sia coinvolta nella pianificazione ed esecuzione del sequestro di Vittorio (così come tende ad escludere la «regia esterna»). E’ possibile invece che il governo di Hamas voglia usare la tragica vicenda di Vittorio Arrigoni per conquistare riconoscimenti politici. Ma se quello della Delegazione Palestinese in Italia (quindi dell’Anp di Abu Mazen) è relativamente facile da ottenere, quello del Ministero degli esteri italiano potrebbe rivelarsi un ostacolo insuperabile. L’Italia di Silvio Berlusconi rifiuta qualsiasi rapporto con Hamas e alla luce dei suoi stretti rapporti di amicizia e di alleanza con Israele, è assai improbabile che accetti di ufficializzare, con un timbro del ministero degli esteri, un documento destinato al movimento islamico. Non vorremmo perciò che i desideri nascosti di Hamas e l’intransigenza del governo di Roma neghino la possibilità di poter apprendere informazioni decisive ai famigliari di Vittorio su quanto è accaduto tra il 14 e il 15 aprile scorsi. I genitori, Egidia Beretta ed Ettore Arrigoni, la sorella Alessandra, la compagna di Vik, hanno il diritto di sapere e con essi tutti coloro che in Italia e in vari paesi amavano e stimavano Vittorio e il suo lavoro a sostegno dei diritti dei palestinesi di Gaza. Nena News


G.B

Dopo i rincari ATM quelli degli abbonamenti cumulativi: dove non arriva il Comune lo fa la Provincia.

Che dal primo settembre 2011 a Milano sarebbero scattati i rincari dei biglietti urbani previsti dalla nuova giunta Pisapia era cosa ormai nota da qualche tempo, ma che, oltre alla stangata milanese sarebbe arrivata anche quella delle tratte interurbane, gli autori del misfatto se ne sono guardati bene dal dichiararlo.

Ebbene si...oltre ad il maxi aumento previsto del 50% sulle tratte urbane che ci dovremmo sorbire come regalo dal ritorno delle (poche) vacanze estive, dal primo settembre è previsto anche l'ennesimo rincaro dei biglietti e degli abbonamenti cumulativi (atm+tratte interurbane), il secondo, nel giro di un mese.
Il primo si è verificato dal 1 agosto ed è arrivato del tutto inaspettato,  anzi quasi "di soppiatto" e soprattutto, in maniera del tutto ingiustificata. Per fare un esempio, se il settimanale "area media"costava 17.10, ad agosto l'aumento è stato di più di 1 Euro, portando la tariffa a 18.70€.
Molti dei poveri pendolari che facevano uso del cumulativo per poter risparmiare almeno una briciola dell'enorme esborso che ogni settimana o mese sono costretti a subire per potere andare a lavorare, hanno dovuto ingoiare la pillola amara identificandola nell'annunciato aumento delle tratte regionali dei treni.
Ma forse non sapevano che a"questo giro" invece Trenitalia, trattandosi di cumulativo non c'entrava.
 E chi c'entra allora se il rincaro ATM era previsto per settembre? La risposta è che dove non arriva il Comune, lo fa la Provincia. Difatti è proprio la Provincia ad essere dietro a questa accettata a tradimento.  La motivazione? "adeguamento", una parola che puo' voler dire tutto o  niente...una parola che pare quasi inflazionata ogni volta che si cerca di giustificare un aumento da far "digerire" ai cittadini già messi in ginocchio ogni giorno dalle continue, tasse e spese imposte.
Si parla di modifica delle tratte SITAM  (Sistema integrato tariffario area milanese )ma senza esplicitare esattamente che cosa significhi in soldoni.

Insomma, se per lo meno il maxi aumento dei biglietti ATM è stato "leggermente zuccherato" dal contemporaneo prolungamento della durata del biglietto a 90 min, quello dei cumulativi, dopo quello già avvenuto dei treni che ha comportato un aumento del 10%, sa proprio di fiele.
 Ma purtroppo non è finita qui, infatti dal primo settembre, i già martirizzati abbonamenti cumulativi aumenteranno ancora di più, passando da 18.70 a 20.50€, ovvero di quasi 2 Euro. In sintesi: un aumento  totale di 3.40€ in un mese, che significa il 20% in più.
Anche qui la domanda che sorge è sempre la stessa...per quale motivo? Probabilmente in tal caso la maggior parte identificherà la risposta invece nell'aumento dei biglietti ATM ma......non era mica stato detto che si sarebbero innalzati i biglietti urbani per non toccare gli abbonamenti? Sperando in una esplicitazione di responsabilità da parte dei fautori di questo ennesimo salasso, l'unico antidoto alla caramella avvelenata è tenere  gli occhi  bene aperti perché, se hanno cercato di rifilarci l'aumento quando più della metà degli italiani era in vacanza ad agosto, il rischio é di ritrovarselo anche nei pacchetti regalo di Natale...
G.B






Per ulteriori informazioni sugli aumenti e sulle iniziative in corso per contestarli:

http://www.atm-mi.it/it/ViaggiaConNoi/Abbonamenti/Pagine/AbbonamentiCumulativi.aspx

http://www.petizionionline.it/petizione/petizione-contro-la-presa-in-giro-quotidiana-dellazienda-dei-trasporti-milanesi/4685


http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2011/08/06/557923-amara_metropolitana.shtml



immagine tratta da:http://www.06blog.it/post/1382/aspettare-un-autobus-a-roma
http://www.rifondazionenovate.org/2010/02/17/e-io-pago/

mercoledì 6 luglio 2011

Un po' di critica al vetriolo part 2: Un punto di vista sulla vicenda NO TAV

Purtroppo non avendo molto tempo in questo periodo per scrivere mei articoli, per un po' faro' da "ponte" per la diffusione di pezzi trovati sulla rete e che reputo interessanti e su cui credo valga la pena avere uno spunto di riflessione. Oggi incollo quello di Alberto Giovanni Biuso dal link http://www.biuso.eu/2011/07/03/la-donna-e-i-poliziotti/comment-page-1/#comment-3715
Di certo è un punto di vista ben preciso sulla vicenda di val Susa, ma esso riporta ad altri due indirizzi molto interessanti dove di sicuro, per chi non lo sapesse ancora, i fatti si possono valutare e analizzare molto piu' approfonditamente di quanto finora abbiano fatto molti giornali.
Buona lettura!!!!

Giulia B.
Militarizzazione del territorio, manganelli, lacrimogeni ad altezza d’uomo, ruspe, distruzione delle tende dei cittadini, armi chimiche. Anziani, donne, persone inermi picchiate, inseguite nei boschi, insanguinate. Perché? Questa è l’azione dei manichini armati al servizio delle aziende mafiose, dei partiti corrotti, delle banche per le quali un’opera tecnicamente ed economicamente del tutto inutile e dannosa -la linea ad Alta Velocità da Torino a Lione- è una fonte di danaro fuori da ogni controllo. La pagheremo tutti noi quest’opera, con i nostri soldi, con le tasse, con i servizi sempre più scadenti. Valli distrutte, umani umiliati, potenti ghignanti. No, non si tratta di una questione soltanto locale. È la metafora più pregnante della guerra che lo stato sta conducendo contro i cittadini italiani, della distruzione di risorse comuni che il peggior governo e la peggiore opposizione dell’Italia repubblicana vanno praticando con tenace volontà di morte.
La grande stampa (per non dire le televisioni) è quasi tutta schierata a favore della disinformazione. Anche per questo invito a visitare il sito No Tav e a vedere due filmati. Nel primo una donna espone le ragioni del rifiuto del Tav a una schiera di poliziotti rigidi come burattini. Il secondo è un’efficace sintesi di testi, immagini, voci che documentano quanto sta avvenendo in Val di Susa. Durano nove minuti ciascuno. Meritano il nostro tempo.

lunedì 23 maggio 2011

FALSI PUNK ABBESTIA E ROM PER SPAVENTARE GLI ELETTORI DI PISAPIA

purtroppo non ho tempo di scrivere un articolo personale perché è un periodo molto intenso, ma credo che valga la pena riflettere su quanto espresso dal Fatto Quotidiano due giorni fa e riportato su diversi giornali on line.....Invito tutti a leggere queste righe tratte dal giornale online Dire Donna e da tantissimi altre testate online....

Falsi rom e drogati pro Giuliano Pisapia: è scandalo a Milano

Giuliano Pisapia
Un vero e proprio scandalo sta inondando la Milano dei ballottaggi: a quanto pare, dei figuranti sarebbero stati assoldati per spacciarsi come sostenitori di Giuliano Pisapia, affinché spaventino la popolazione e la indirizzino verso la concorrente Letizia Moratti. Un chiaro esempio di come la campagna elettorale abbia assunto toni decisamente anomali, ben lontani dai canoni dell’ammissibilità politica nonché della correttezza verso gli elettori.
A riportarlo è “Il Fatto Quotidiano” con una news rimbalzata poi velocemente in rete, in cui vengono descritti dei casi di evidente, e scioccante, manipolazione politica. Secondo lo staff dei sostenitori di Pisapia, negli ultimi giorni a Milano si sarebbero verificati alcuni eventi anomali, come la copertura di tutti i manifesti elettorali e la presenza di personaggi sospetti assoldati nel ruolo di falsi divulgatori politici.
Vi sarebbero, infatti, finti tossicodipendenti e rumorosi “punkabbestia” che si aggirerebbero nei vagoni della metro disturbando i presenti, i quali rimarcherebbero di essere la gioventù di Pisapia. Accanto a questi, si sarebbero materializzati gruppetti di rom nei vari mercati rionali della città, intenti a distribuire volantini a favore del candidato del PD accompagnati da slogan, ovviamente, correlati al problema dei campi nomadi nel capoluogo lombardo.
Ma non è tutto: sarebbero stati addirittura identificati dei geometri fittizi, con tanto di operai al seguito, impegnati in falsi sopralluoghi in alcune zone nevralgiche della città, i quali avrebbero dichiarato ai passanti di essere impegnati nella costruzione della “moschea di Pisapia“.
“Sembra che ci siano ragazzi trasandati che passano la giornata in metro ascoltando musica a tutto volume; alle proteste dei passeggeri risponderebbero malamente con frasi tipo “noi siamo per Pisapia”. Altri cittadini ci segnalano in alcuni mercati rionali la presenza di giovani rom che distribuiscono volantini per Pisapia. Infine, ci è stata addirittura denunciata la comparsa di capannelli di finti operai, con tanto di geometri, intenti a fare sopralluoghi e a prendere le misure per la nuova “moschea di Pisapia”. Roba che neanche Amici Miei”.
La notizia, ripresa online da Giornalettismo, è subito rimbalzata in ogni angolo dei social network, dove in molti pare abbiano confermato le dichiarazioni dell’entourage di Pisapia. Al momento, è però prematuro accusare l’organizzazione della concorrente Letizia Moratti di essere il mandante di questa messinscena, perché potrebbe essere anche il risultato dell’azione di un gruppo di sostenitori non direttamente collegati alla candidata, così come di individui appartenenti ad altre compagini politiche. Se ne saprà probabilmente di più nelle prossime ore, in attesa delle dichiarazioni dell’attuale sindaco in merito a questa certamente singolare vicenda.

venerdì 29 aprile 2011

L’ADDIO A VIK: OLTRE AL DANNO, LA BEFFA DEI POLITICI


E' il 24 aprile di un pomeriggio quasi estivo per via del caldo intenso e del sole splendente...arriviamo nel luogo dove si svolgeranno i funerali di Vittorio - a Bulciago(LC)- con un discreto anticipo, tanto da riuscire ad incrociare il silenzioso corteo che segue a occhi bassi l'auto dove è deposta la bara, avvolta da una colorata bandiera della pace che contrasta vistosamente con il marrone triste e freddo di quei legni...
la commozione comincia in quel momento e non finirà fino alle 7 di sera, quando ci appresteremo a tornare a casa...
Inizia cosi', l'ingresso delle spoglie di Vik nella "chiesa" improvvisata per l'occasione all'interno di una palestra, con una manciata di petali di rose e viole che piovono sulla bara accompagnate da un applauso poderoso da parte dalle centinaia di persone rimaste fuori dalla palestra perché troppo piccola per ospitare tutti. Dalle cronache sull'evento infatti poi emergerà la presenza di più di 2mila persone.
Riusciamo però ad entrare "a metà", per puro caso e da li a circa 2 ore, si susseguirà un funerale per nulla dissimile da quello del parente o dell'amico che ognuno di noi forse avrà sperimentato almeno una volta nella sua vita.
 C'è l'omelia del parroco del paese, ma c'è anche un positivo incontro di religioni perché a quelle parole, si alterna anche la voce di Monsignor Hilarion Capucci, vescovo di Gerusalemme ed espresso sostenitore della causa palestinese. Da quell'uomo, quasi 90 anni e reduce da un lunghissimo viaggio dalla Palestina per arrivare in Italia a celebrare la veglia funebre di Vittorio, escono parole cosi' forti da far venire i brividi.."Vittorio, santo e Martire"nonché "Pastore del suo gregge"...Parole che fanno immediatamente capire quanto la morte di Vittorio abbia lasciato un segno indelebile nella striscia di Gaza, quasi ancor più che in Italia.
Certo, parlare di una persona che è stata ASSASSINATA come di un martire fa specie, non a caso la madre di Vittorio, nonché sindaco del paese di Bulciago, ribadirà poi nel suo intervento che Vittorio non era un martire ma un ragazzo comune, che pero' aveva scelto di dedicare la sua vita ad una causa tanto importante quanto quella palestinese.
Dunque il funerale prosegue secondo il rito cattolico ma al termine di esso, succede qualcosa di ancora più sorprendente, del tutto spontaneamente, le centinaia di persone che sono riuscite ad entrare nella palestra iniziano a cantare le strofe di Bella Ciao e iniziano a sventolare le tante bandiere della Pace e della Palestina portate da gran parte dei partecipanti. Incredibile, il funerale si trasforma all’improvviso in una colorata manifestazione con tanto di slogan “PALESTINA LIBERA” e urla “VITTORIO, VITTORIO”. Da quel momento in avanti, dopo la proiezione del video testamento di Vik (che a quanto pare, forse si sentiva già minacciato da un pezzo, vista la necessità di dire come avrebbe voluto essere sepolto) e l’apertura della seconda parte “laica” del funerale da parte della Banda degli Ottoni con le strofe di Bella Ciao e di altri canti partigiani-preludio ad un 25 aprile imminente-si sono susseguiti tantissimi interventi…tutti toccanti e profondi, dagli amici più stretti, alle associazioni, al gruppo attivista a cui apparteneva Vittorio –ISM- .
Ma in tutto questo c’era una fortissima nota stonata: tra gli interventi, NESSUN RAPPRESENTANTE DEL GOVERNO o DELL’OPPOSIZIONE e NESSUN RAPPRESENTANTE ISTITUZIONALE (se non di una o due realtà locali), eppure la cerimonia era aperta a tutti. 
Una cosa gravissima, soprattutto visto che si sta parlando di un Italiano morto all’estero, per lo più pacifista e attivista dei diritti umani, il cui omicidio resta avvolto ancora da una coltre di mistero sui veri mandanti di quell’assassinio così scellerato.  Quello che fa specie è che in Italia si assegnano di continuo medaglie al valore ai soldati morti in guerra o nei luoghi di conflitto, elogiandoli per il loro impegno civile e pro patria e non si spende una sola parola per una persona che ha scelto di dedicare gran parte della sua vita, pure senza pretendere un euro, per aiutare i più deboli, mettendo spessissimo a rischio la sua vita, a tal punto da restarne ucciso.
Forse i politici non si espongono perché hanno il timore, ancor di più ora che preme la campagna elettorale, di essere accusati di “antisemitismo” solo perché  andrebbero a dare un ultimo saluto ad un ragazzo che ha dato la sua vita per la causa palestinese e che non ha mai nascosto le sue forti critiche verso il governo d’Israele?
Molto probabile, ma ciò che traspare è che, almeno da parte del mondo istituzionale,  si voglia far cadere questa vicenda, tanto dolorosa e assurda,  al più presto nel dimenticatoio…




Tutto ciò che si può fare e non smettere mai di mantenere vivo il dibattito…pur sempre…
G.B
sopra, alcune foto scattate durante la cerimonia..


venerdì 15 aprile 2011

CON VITTORIO ARRIGONI E' MORTA ANCHE UNA PARTE DI QUELL'ITALIA CHE NON VUOLE CHIUDERE GLI OCCHI

E' stata una questione di ore il rapimento e la morte di Vittorio. Prima una notizia flash con un video che mostrava un giovane uomo bendato, con la barba incolta e le mani legate dietro la schiena, riconosciuto come Vittorio Arrigoni, 36 anni, giornalista, blogger e attivista dei diritti umani, molto vicino alla causa palestinese. Poi, stamattina, con altrettanta "velocità" ma con la pesantezza di un macinio di tonnellate, ecco la notizia della sua morte, avvenuta probabilmente stanotte in orario ancora incerto.

 A rivendicare la morte e il rapimento del giornalista, un gruppo di fondamentalisti islamici legati ai salafiti addirittura nemici giurati di Hamas. Ma come è possibile che nel giro di cosi' poche ore, la situazione sia cosi' degenerata? Soprattutto molto tempo prima dello scadere dell'ultimatum lanciato dai rapitori (che sarebbe scaduto oggi pomeriggio), che chiedeva ad Hamas, in cambio del  rilascio dell'uomo, la liberazione di alcuni dei loro combattenti incarcerati? Probabilmente sarà molto difficile avere delle risposte a questo interrogativo nel mentre, tutto quello che possiamo fare è raccontare di Vittorio.

Per chi è solito navigare per la rete o informarsi sul conflitto israelo-palestinese, è cosa risaputa che Vittorio era un giornalista del Manifesto, un attivista dell 'Ism - dell'International Solidarity Movement - (movimento palestinese impegnato a resistere all’occupazione israeliana usando i metodi e i principi dell’azione-diretta non violenta- qui il sito italiano) e il principale fondatore del blog Guerrilla Radio, luogo d'informazione sulla questione palestinese ma non solo.
 Vittorio fu uno dei pochi giornalisti che durante i massacri in Palestina della,tristemente famosa, " Operazione Piombo Fuso", decise di restare, rischiando il tutto per tutto per poter raccontare all'Italia quello che stava avvenendo in Palestina in quei terribili momenti. Proprio perché era tra i pochi rimasti, molti giornali, anche piuttosto autorevoli, si "servirono" della sua voce e delle sue righe per raccontare al mondo quello che stava accadendo.



La voce di Vittorio non è nuova alla grande informazione e nemmeno alla "piccola", infatti ricordo ancora il collegamento diretto con lui  al  suo cellulare durante un incontro informativo proprio sull'aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza di due anni fa. Feci anche qualche domanda in proposito ed ebbi finalmente un'informazione completa e dettagliata sul risultato reale dell'operazione Piombo Fuso che i media principali davano con il conta gocce: non certo lo sterminio dei miliziani di Hamas (i quali furono solo una piccolissima parte dei morti), ma bensì la morte di migliaia di donne, uomini e bambini innocenti.
Vittorio, una volta stabilitosi in Palestina, fece dell'informazione costante sulla drammatica situazione del popolo palestinese il suo principale cavallo di battaglia e forse, come prima di lui altri giornalisti italiani - il mio primo pensiero si rivolge ad Ilaria Alpi e Miran Hrovatin - il suo brutale assassinio, è purtroppo stato il prezzo che ha dovuto pagare per aver voluto raccontare la verità. 
Dei rapitori poco si sa, ma una cosa è certa, sicuramente gente che uccide un uomo che da sempre sostiene apertamente e fermamente la causa palestinese, non può nemmeno lontanamente essere definita come un' ala estremista "filo-palestinese", ma solamente assassini della peggior specie, animati da una follia che, per chiunque abbia un minimo di logica, nulla ha di umano.
Stando ad alcune testimonianze, Vittorio era già stato minacciato di morte altre volte, ma la cosa  più  inquietante, è che altri appartenenti al movimento Ism prima di lui avevano incontrato un triste destino. Basti pensare alla giovane attivista Rachel Corrie, divenuta poi il simbolo del movimento pacifista filopalestinese, che nel marzo del 2003, venne letteralmente schiacciata da un buldoozer israeliano davanti al quale si era parata per impedire la distruzione di alcune case palestinesi. Dunque a quanto pare l'Ism non era scomoda solo per questi fantomatici "fondamentalisti islamici salafiti"...

La speranza, come sempre, è che si faccia al più presto luce sulla questione chiarendo tante domande e dubbi che ad ora restano del tutto irrisolti e lasciano un vuoto che solo la giustizia e la trasparenza potran colmare. Purtroppo però, è anche vero che il passato c'insegna che di questioni irrisolte - quando si parla d'inviati di guerra - ce ne sono fin troppe...

Giulia B.

per info su Vittorio, l'Ism e la questione plaestinese:

le foto invece sono tratte da:

mercoledì 13 aprile 2011

La Voce di Pandora ora è anche su Facebook

Ciao a tutti!
Visto l'aumento degli ingressi al blog nell'ultimo mese, ho ritenuto utile creare anche la pagina facebook della VOCE DI PANDORA, la quale potrà essere utilizzata, oltre che come ulteriore tramite per commentare i post, anche come spazio di dialogo e confronto.

Per visitarla cliccate il link sotto!
LA VOCE DI PANDORA

A presto!
G. B

venerdì 1 aprile 2011

REPUBBLICA DEGLI STAGISTI- PROTEGGI GLI STAGISTI MA POI PROPONI I CO CO PRO?

E' proprio vero che tutto il mondo è paese e che a quanto pare il mercato del lavoro ormai caldeggia in tutto per tutto contratti atipici, di durata medio lunga o peggio ancora rinnovabili all'infinito, senza voler mai impegnarsi seriamente a dare fiducia al lavoratore. La motivazione che viene detta è sempre la stessa "al momento non possiamo permetterci di piu' di questo, assumere un lavoratore con tutte le tutele di un normale progetto costa troppo all'azienda, non ce la sentiamo di scommettere del tutto su un lavoratore perchè il rischio è grosso" e cosi' via.
Questi discorsi vengono fatti dalla maggior parte delle aziende, anche della grandi multinazionali che magari hanno miliardi di euro di fatturato all'anno. E fin qui, nulla di nuovo, ormai dobbiamo tristemente constare il fatto che il mercato del lavoro sta prendendo quella direzione e tutto quello che possiamo fare, è sperare, finché non ci saranno delle leggi a regolare/tutelare questi rapporti di lavoro, che prima o poi qualche azienda "virtuosa" decida invece di scommettere sul lavoratore dandogli la possibilità di avere un contratto normale, dove poter avere il diritto alla malattia, alla maternità, alle ferie, o semplicemente a piu stabilità.

Ma l'asino casca quando chi propone contratti di questo tipo è qualcuno che sostiene molto da vicino i giovani e addirittura li incoraggia a rifiutare stage che non presentino le caratteristiche di un serio progetto formativo, con un minimo di rimborso spese  (fissato a 500€) e soprattutto con una buona prospettiva d'assunzione. Casca l'asino rovinosamente quando organi, come la Repubblica degli Stagisti, che si è addirittura inventata un "bollino di qualità" dello stage - il cosiddetto "OK Stage"  da fare acquistare alle aziende "virtuose" di modo da sottoscrivere un impegno concreto a fornire delle condizioni "umane e sostenibili" ai presenti e futuri stagisti, propongono un'offerta lavorativa che invece va a braccetto con la precarietà più utilizzata e "di moda" in questo periodo...il famigerato "co-co-pro".

Recentemente, chiunque sia una delle tante anime  alla ricerca di un lavoro, sarà probabilmente incorso in questo annuncio, presente in diversi motori di ricerca e anche nello stesso sito della Repubblica degli Stagisti(http://www.repubblicadeglistagisti.it/pages/la-ventidue-editrice-repubblica-degli-stagisti-cerca-un-nuovo-collaboratore)..ecco solo alcuni esempi nei motori di ricerca:

1-  Impiegato Commerciale Junior Ventidue editrice - Repubblica degli Stagisti
Milano Centro  Milano  | Lavoro Milano
Metodologico e spiccato orientamento ai risultati. disponibilità: part time... part time, sarà regolata con contratto a progetto. residenza o domicilio... (fonte: http://lavoro.trovit.it/lavoro/impiegato-centro-commerciale-part-time  
2- Descrizione Offerta: La Ventidue editrice - Repubblica degli Stagisti ricerca un Impiegato Commerciale Junior da inserire in un contesto giovane, dinamico, in espansione e con la possibilità di partecipare a sfide ambiziose. I candidati dovranno avere le seguenti caratteristiche: orientamento alla vendita e conoscenza delle principali tecniche base di comunicazione telefonica, capacità di ascolto attivo e problem solving. Completano il Profilo: Intraprendenza, spirito di iniziativa, capacità di persuasione, rigore metodologico e spiccato orientamento ai risultati. Disponibilità: Part Time. Trattamento Economico: Fisso mensile + provvigioni Si richiede cultura universitaria, buona conoscenza dell’uso del PC, dei programmi del pacchetto office e dei programmi di posta elettronica e di navigazione Web. La posizione, inizialmente Part Time, sarà regolata con contratto a progetto. Residenza o domicilio a Milano (fonte: http://www.lavoro.org/Impiegato+Commerciale+Junior-Ventidue+editrice+-+Repubblica+degli+Stagisti-Milano_OF184013.htm )

Insomma una posizione manifestatamente  co co pro ma non chiara, ad esempio, sulla durata contrattuale e sull'effettivo rendimento economico, però ovviamente nata già con un vantaggio.. ovvero: "è la Repubblica degli Stagisti che la propone" quindi in sostanza, perché non fidarsi?Non puoi non fidarti di una realtà che usa queste parole: 

Si è molto parlato di "bamboccioni": ma se i ragazzi non vengono messi in condizione di mantenersi da soli, per loro continuare a vivere insieme ai genitori (o farsi mantenere altrove) diventa una condizione obbligata e non una scelta di comodo. Per riportare i giovani ad avere un ruolo attivo, responsabile e determinante nel mondo economico-politico-sociale italiano c’è bisogno che anche le imprese facciano la loro parte, permettendo a questi giovani di rendersi economicamente indipendenti e di trovare un lavoro vero al termine del percorso formativo. E questo processo parte proprio dallo stage. (fonte:http://www.repubblicadeglistagisti.com/initiatives/okstage/)
 Come puoi non fidarti di chi addirittura auspica una "pensione" per i precari..
Caro Gesù Bambino,
ciò che vorremmo quest’anno per Natale noi giovani lavoratori precari è di avere più tutele e più garanzie sul lavoro. E quindi poter metter su famiglia, magari dei figli, comprare una casa o quanto meno affittarla e poi, con calma, diventare vecchi. Ma forse nemmeno tu questo ce lo puoi regalare subito. Allora abbiamo pensato di chiederti per quest’anno una cosa che richiede più tempo: una pensione. Negli ultimi tempi i giornali hanno raccontato di come chi ha contratti di lavoro a progetto e discontinuo avrà accumulato alla fine della sua carriera lavorativa contributi talmente bassi da prendere un terzo dell’ultimo già basso stipendio. Al presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua tempo fa è scappata una battuta, che poi ha dovuto smentire: «Se si conoscessero le stime sulle pensioni dei giovani precari ci sarebbe una rivolta sociale». (http://www.repubblicadeglistagisti.com/article/letterina-di-natale-a-gesu-bambino-pensione-precari)
Dunque...ti fidi perché, come dire "Il fine giustifica i mezzi?"
C'è da chiedersi allora come mai, da parte di diverse persone, in primis anche da parte di alcuni di coloro che hanno brillantemente passato le selezioni questa offerta sia stata guardata con un po' con sospetto o, una volta "scelti"non sia addirittura di fatto, stata accettata........
partendo tra l'altro, dal presupposto che stiamo vivendo un periodo di crisi molto pesante dove anche  500 euro al mese, farebbero molto comodo.....()
Vi lascio con questo grande punto interrogativo affinché ci sia una riflessione in proposito...e rincaro la dose informando che, tra i promotori della grande Manifestazione contro il Precariato che si terrà in tante piazze d'Italia il 9 aprile, c'è anche uno dei personaggi centrali di questa brillante idea ma aimé, debole nelle sue numerose contraddizioni e  "conflitti d'interessi". Come dire... LOTTIAMO CONTRO IL PRECARIATO E LA MANCANZA DI TUTELE MA USIAMOLO PERCHé CI CONVIENE? è proprio vero che, come si dice, chi "predica bene", purtroppo spesso  razzola male...
Giulia B.

per info sulla manifestazione: l'appuntamento è, il 9 aprile, alle ore 15.30 alle Colonne di San Lorenzo a Milano
altri link interessanti che consiglio a tutti di leggere, l'ho scoperto ora e, anche se non lo condivido al 100 x 100 credo che meriti comunque una riflessione:
http://www.quotidianopiemontese.it/generazionep/2011/03/24/eleonora-voltolina-il-nostro-tempo-e-adesso-ma-il-tuo-conflitto-di-interessi-sara-il-problema-del-domani/






martedì 15 marzo 2011

Lettera di una giovane precaria e laureata


Penso che questo scritto non abbia alcun bisogno di  introduzione...parla da sé...e ho deciso di pubblicarlo perché forse potrà aprire gli occhi a tutti quelli che ancora credono che la precarietà non sia un problema. Tutti i riferimenti personali sono stati ovviamente eliminati, e cosi' anche le iniziali che vedete sono frutto di fantasia, ma i contenuti sono fedelmente riportati...

«....Ciao C., innanzitutto, grazie per questa mail...devo dire  che non me la sarei mai aspettata!!!!!!!!!! Apprezzo quello che mi hai scritto anche perché fa sempre piacere in periodi un po' difficili vedere che c'è qualcuno che ti rassicura e che soprattutto ti dice di non scoraggiarti, e fa ancora più piacere vederlo da chi ci è passato ma che ora, bene o male, ha raggiunto la sua stabilità..quindi come dire...in un certo qual modo ti da anche speranze...

Per quanto riguarda la mia situazione..ad essere precisa, quello che al momento mi fa più male non è tanto vedere che nel mio settore la situazione è più che grigia (questo l'ho sempre piu' o meno saputo, la mia conoscente con cui ho avuto quel famoso colloquio me ne ha semplicemente dato la triste conferma)...è piuttosto rendersi conto che sembra che al giorno d'oggi non ESISTANO SETTORI che se la sentano di mettersi in gioco dimostrando di essere pronti a dare fiducia a qualcuno - parlo di me ma anche di tutti quelli come me - che ha studiato duramente, che ha passato tutta l'esperienza universitaria a ricercare, interessarsi, e anche lavorare più o meno gratis e che, soprattutto ha scelto la via meno facile per introdursi nel mondo del lavoro. 
Sembra che la mia categoria sia quasi "esorcizzata"...forse perché la maggior parte delle aziende ha paura che una persona che ha studiato possa creargli qualche ostacolo? Insomma, è questo che mi fa più male..e mi fa male a tal punto che talvolta arrivo a pensare che forse tutto sarebbe stato meglio se avessi scelto di non continuare con i miei studi. E ti assicuro che questo pensiero è abbastanza diffuso in moltissime delle persone della mia età o giù di li.

Quindi,  io credo senza dubbio che una persona possa trovare la sua soddisfazione personale anche in un lavoro che non c'entra niente con il suo campo, questo perché lei si porterà sempre dietro un pezzettino del suo approccio, dei suoi studi, in qualsiasi lavoro faccia. Pero' credo anche che finché non ci daranno la possibilità di dimostrarlo, queste frasi sulla soddisfazione e quant'altro rimarranno per sempre vuote e prive di senso.

Ti faccio il mio esempio..anche se io mi sono laureata da 2 anni è da esattamente 10 anni che - anche se durante l'università ovviamente in maniera più parziale - lavoro, e in questo lungo tempo non ho mai visto una proposta seria, di serio impegno nei confronti delle mie qualità, per dirti..io non so nemmeno cosa sia un contratto a tempo determinato, so solo che cos'è il co co pro, la collaborazione occasionale, la ritenuta d'acconto etc. Non ho mai visto sulla mia persona applicati i diritti di un "normale" lavoratore. Un tempo poteva anche andarmi bene perché studiavo, ma ora, che sento che è giunto il tempo di fare progetti per la vita e per il futuro, questa situazione comincia a diventare insostenibile. E non è vero che, come dici tu, ho trovato "la mia indipendenza", perché io non mi sentirò mai indipendente finché non avrò in mano un'entrata sicura e un lavoro stabile. Non sono indipendente proprio perché sono precaria, perché so quanto ho oggi ma non so quanto avro' domani, sono sempre in bilico tra queste due cose e soprattutto, non mi sento assolutamente allo stesso livello del mio compagno perché lui gode di tutti i diritti di un lavoratore e sa che a fine mese gli arriveranno i suoi mille e passa euro puliti puliti..io invece non ho mai certezze e questo m'impedisce anche solo di programmare un viaggio a lungo termine. E purtroppo questo sbilanciamento tra le due parti non puo' che inevitabilmente influire sulla coppia. Purtroppo in questi casi non basta l'amore, non basta il volersi venire incontro, ci vuole un equilibrio tra le parti che solo l'arrivo di una stabilità potrà portare.

Tutto ciò quindi per concludere che questo malessere non si limita alla consapevolezza che non farai mai un lavoro in linea con i tuoi studi, ma va oltre, ti da la quotidiana conferma che finché sarà cosi' non potrai mai parlare di futuro, non potrai mai decidere di fare una famiglia o di comprarti una casa o semplicemente programmare un viaggio.
E la cosa peggiore è che la precarietà purtroppo è voluta da tutti i settori perché finché non ci saranno delle leggi a regolarla sarà sempre vista come la scorciatoia più semplice  per avere tanta manodopera a bassissimo costo..meglio di cosi?.....»
B
Sopra: un'immagine del libro "E TU QUANDO SCADI?. Racconti di precari" di A.A - V.V. Ed.Manni Editore, 2005 ...un libro nemmeno tanto recente ma assai tristemente attuale, in cui una lettera come questa di certo sarebbe quanto mai calzante.
Sotto: una delle numerosissime vignette che hanno fatto propria la causa del Precariato...tratto dal sito http://veritaedemocrazia.blogspot.com/2010/04/notizie-di-normale-precariato-w-il-i.html 
News: Sabato 9 aprile a Roma si terrà una manifestazione proprio per dar voce ai tantissimi precari che affollano l'Italia. Il luogo per il momento è la capitale ma si prospettano grandi possibilità che essa venga estesa, vista la densa mole di partecipanti, anche a Milano o ad altre città italiane. Per maggiori dettagli visita il sito www.ilnostrotempoeadesso.it o sfoglia la pagina facebook http://www.facebook.com/pages/il-nostro-tempo-%C3%A8-adesso/201822493179015

lunedì 7 marzo 2011

Dalla rabbia del 14 dicembre alle piazze rosa del 13 febbraio.. qualcosa sta cambiando?

Finalmente dopo un periodo di assenza, torno a raccontare, approfittando della cosiddetta "calma" prima della tempesta...
E torno per  raccontarvi della percezione che, da qualche mese a questa parte, in Italia, si respiri una "brezza"di cambiamento o se non altro di manifestazione del dissenso finora mai così tanto esplicitata.

Tutto è partito da quel pomeriggio di scontri a Roma dove, gli studenti da protagonisti, hanno aperto un nuovo capitolo di esplicita espressione del malcontento, riproponendo comportamenti densi di quella rabbia che probabilmente non si vedeva più dai turbolenti anni della contestazione giovanile.

Non che lo scontro con la polizia sia cosa nuova - infatti anche negli ultimi anni si possono contare episodi del genere (si pensi all'onda no-global o ad altre manifestazioni antagoniste ad ambienti neo fascisti ) - ma ciò che non ha precedenti è l'assenza di condanna dei cosiddetti "atti violenti" da parte degli altri partecipanti alla manifestazione, non certo pericolosi black-block o "frange anarco-insurrezionaliste-" ma pacifici e comuni studenti.

E questo sarebbe il primo interrogativo che varrebbe la pena porsi ma che, ad oggi però, pare le istituzioni non abbiano affatto preso in considerazione.
Anche tutto ciò che ha contornato le ultime manifestazioni è nuovo per i nostri tempi ma non lo è affatto per chi ha vissuto attivamente gli anni caldi della contestazione: ancora si parla d'infiltrati e di poca chiarezza nelle reazioni della polizia verso i violenti (sia i veri che i presunti), ancora si usa l'accusa di "colpevolezza" piuttosto che quella di "presunta colpevolezza"come se si volesse chiudere tutto e subito quasi a voler dare una sorta di "punizione esemplare" al movimento. Basti pensare alle parole di Maroni sui fatti di Arcore per accorgersi di questo tentativo.
Un'altra cosa nuova ma vecchia è quella delle differenze interne. Se negli anni'70 il movimento era tanto variegato da comprendere al suo interno dai pacifisti hippies, alle femministe, ai gruppi politici più estremisti, fino a terminare con l'ala armata delle Br, la brezza di cambiamento che appena appena  si percepisce, puo' contare al suo interno altrettante facce sebbene diverse anche se non troppo...

Ci sono gli studenti arrabbiati, gli operai, i precari (forse l'unica vera nuova figura nel panorama della nuova "onda") e una grossa fetta di quella "borghesia intellettuale" che ha deciso solo ora di riemergere e prendere la parola, cercando, a suo modo di mettersi alla guida e di fare da portavoce del movimento. L'evento del Palasharp di Milano ne è l'esempio lampante e le voci che si sono susseguite quel pomeriggio (da Saviano ad Umberto Eco) sul palco del palazzetto sono la prova che il movimento è fatto anche di questo.

Tanto per rimarcare le similitudini, anche le manifestazioni oceaniche che han portato un milione di donne in piazza in tutto il mondo il 13 febbraio, sono nuove per la nostra giovane generazione  ma suonano invece molto familiari per tutte quelle donne - ora madri o nonne- che hanno partecipato attivamente al movimento femminista degli anni 70. E' come se si sia aperto un nuovo capitolo del femminismo, un femminismo diverso e uguale allo stesso tempo.
Diverso perché per la prima volta raccoglie donne di tutte le realtà politiche senza limitarsi al solito panorama della sinistra inglobando anche donne che magari il femminismo degli anni 70 non l'avevano nemmeno vissuto attivamente, anzi, che probabilmente all'epoca stavano addirittura dall'altra parte della barricata. Penso a tutte quelle esponenti del neo partito finiano FLI o di altre realtà -per esempio cattoliche- non certamente legate alla sinistra.
Uguale perché ancora una volta è la dignità della donna ad essere difesa, dignità collegata indissolubilmente alla capacità della donna di agire, di raggiungere i suoi obiettivi, di essere intelligente nonché ottima lavoratrice - cosa che prima delle contestazioni femministe sensattottine non era minimamente contemplata perché la donna era concepita solo come moglie e madre devota. La differenza è che in questo caso, più che voler gridare a chiare lettere che la donna non è solo moglie o madre,  ci si vuole opporre al fatto che essa sia concepita soltanto come mero pezzo di carne per attuttire gli appetiti, ancora una volta, dell'uomo e che la sua unica qualità sia quella di poter vendere il suo corpo.

Insomma, l'odore di cambiamento sarebbe poco oggettivo negarlo, ma il timore che esso rimanga solo un vago profumo e che non si concretizzi del tutto rimane di certo il punto di debolezza di questa nuova onda, tallone d'Achille percepito anche dagli stessi protagonisti del movimento i quali mantengono ancora un atteggiamento alquanto disilluso sugli eventi.
Forse il timore potrebbe avere origine dalla percezione che questa "brezza"sia il risultato limitato di una politica puramente anti-berlusconiana  e che, una volta "abbattuto" l'ostacolo numero uno, si rischi di non avere più un seguito?? Questo lo potranno smentire solo gli eventi.
Giulia B

Sotto, alcune delle foto scattate durante la manifestazione Se Non Ora Quando in piazza Cairoli a Milano. Il prossimo appuntamento è quello di domani 8 Marzo 2011 alle 18 in piazza dei Mercanti.

lunedì 7 febbraio 2011

Libertà per Giacomo

Domenica 6 febbraio, dopo una manifestazione organizzata dal Popolo Viola ad Arcore per manifestare ancora una volta il dissenso verso Berlusconi e tutta la sua cricca...dopo un'atmosfera festosa e ridanciana, un gruppo di ragazzi ha deciso di avvicinarsi alla villa del premier e da li' son partite le cariche. Non è ancora chiara la dinamica dei fatti ma quello che è certo è che sono stati arrestati due ragazzi con accusa di "lesioni" e "resistenza al pubblico ufficiale". Uno di quei due ragazzi è Giacomo, una persona impegnata da tempo su piu' fronti, dal "no all' incerenitore" di Desio , alla rete "no Expo'" e ad una serie di mobilitazioni di stampo ecologico, molte delle quali affiancato alla nota rete dei Grillini. Giacomo è stato malmenato e arrestato e addirittura la stampa parla di "collegamenti con gli organi anarchici"...una cosa assurda, priva di fondamento e assai ovvia per chi lo conosce bene. Ancora una volta la macchina del fango agisce e mette in carcere persone innocenti. La macchina del fango è stata attuata anche dai cosiddetti "amici" di Giacomo,  che oggi invece di mostrare vicinanza ad uno di loro, esprimono con tutta fretta una "dissociazione totale" dai "fascinorosi", primo fra questi il Popolo Viola che addirittura esprime una totale "solodarietà" con le forze dell'ordine, senza nemmeno prima informarsi sulla dinamica dei fatti.
Questo vuole essere un appello al buon senso, in queste ore un processo per direttissima sta decidendo le sorti di Giacomo, ci auguriamo tutti che la verità presto venga fuori.
Sotto le immagini degli scontri:
http://video.corriere.it/manifestante-trascinato-poliziotti/f8acd7dc-328c-11e0-8ce8-00144f486ba6

martedì 25 gennaio 2011

Caro mondo, non siamo tutte "ESCORT"!

In un periodo come questo dove assistiamo inermi a grandi scandali e a squallide vicende che circolano intorno ai luoghi del potere, prima di tutto come donna, non potevo esimermi dal dedicare a queste vicende qualche riga.
Ma quello che diro' non sarà l'ennesima cronaca dei fatti, delle intercettazioni e di tutto quello che abbiamo già fin troppo, quasi alla nausea, visto e letto sui giornali e sui rotocalchi in questi giorni, sarà soltanto un appello, soprattutto al mondo, per ricordare una cosa che forse, a causa di tutte queste tristi vicende, è stata dimenticata: IN ITALIA NON SIAMO TUTTE "ESCORT".
Mi sento di dire questo perché credo che mai come in questi tempi, la figura della donna è stata infangata, oggettivata, dilaniata e ridotta a puro e semplice strumento del godimento e del piacere.

E non sono certo i modi "poco gentili"  che hanno utilizzato gli agenti per perquisire le case delle numerose ragazze indagate sui festini di Berlusconi ad aver infangato la figura della donna, ciò che continua a degradare l'essere donna sono proprio i comportamenti di queste donne.
Donne che hanno confuso l'emancipazione femminile con il prostituirsi, facendo così, senza accorgersene (o divenendone consapevolmente complici???), proprio il gioco degli uomini e trasformandosi cosi' in vittime pur essendo convinte di essere carnefici.

Ma è possibile che dopo tutte le lotte delle nostre madri, siamo ancora qui a parlare di degradazione della donna? Purtroppo ci sono pericolosi segnali che indicano che invece che andare avanti stiamo tornando indietro, o che, peggio ancora, il femminismo è stato portato ad una degenerazione malata, dove la donna bella e seducente pensa che mettere a disposizione il proprio corpo per arrivare al potere e al successo, sia l'essenza dell' emencipazione e della libertà.


Questa tipologia di donna crede di essere "forte" perché puo' sedurre l'uomo ricco e potente ed estorcergli quello che vuole, ma in realtà é debole e insicura perché ha rinunciato del tutto al suo cervello. Si è sottovalutata, autodefinendosi mero pezzo di carne incapace di sfondare senza l'aiuto delle sue gambe o del suo posteriore.  Ma la cosa peggiore è che questa donna non ha fatto altro che assecondare il potente uomo che invece crede di combattere, diventando il suo oggetto di sollazzo. Le femministe dicevano "il corpo è mio e me lo gestisco io" e questa frase implicava che la libertà sessuale era una condizione di SOGGETTO ATTIVO e non di OGGETTO PASSIVO come invece sta accadendo ora. Infatti, se io vendo il mio corpo, vuol dire che lo reputo un oggetto e non certo un soggetto, perché, come ogni oggetto che si rispetti, esso assume un costo ed un valore di mercato. Quindi il problema non è fare uso del proprio corpo in maniera libera, ma farlo con un fine molto più basso, che è quello di ricavarci qualche migliaio di euro o un posto al "sole"... questo alla faccia di tutte le altre persone che stanno sputando sangue per arrivare ad una posizione lavorativa anche solo dignitosa.


MA NON SIAMO TUTTE ESCORT- caro mondo,
 accanto ad un numero, sebbene alto, di donne che hanno deciso di vendere il proprio corpo in cambio di favori e soldi, ci sono altrettante giovani donne, anch'esse ad ogni modo belle e seducenti che pero' hanno deciso di usare le loro facoltà intellettive e le proprie capacità personali per arrivare a quello che vogliono e ce l'hanno fatta.
Ci sono donne che lavorano duramente e che lottano per arrivare a fine mese, ci sono giovani laureate che sono ancora immerse nel precariato e che, per questo, non possono progettare un futuro...a queste donne nessuno paga l'affitto o le bollette o offre bonifici da 115mila euro perchè "stanno attraversando un periodo difficile"...ci sono mamme che, sebbene hanno perso il lavoro e devono mantenere la famiglia, non hanno mai ceduto alla vendita del proprio corpo e che hanno preferito, piuttosto che prostituirsi, passare le loro nottate a pulire gli uffici o a fare la cameriera, la lavapiatti  e mestieri simili...  
Forse le simpatiche signorine oggetto di questa squallida inchiesta trovano che lavare i piatti non sia dignitoso quanto prostituirsi?
 Se pensate così, care "donne oggetto", allora vuol dire che l'Italia non è più una repubblica fondata sul lavoro, ma su un paio di tette e un bel "lato b" e io da questo, se permettete, mi dissocio.
Giulia. B

Le foto sono tratte da:
http://www.pdci-ibarruri.it/donneviolenza1.htm
http://guerrecontro.altervista.org/blog/?p=1069