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martedì 25 gennaio 2011

Caro mondo, non siamo tutte "ESCORT"!

In un periodo come questo dove assistiamo inermi a grandi scandali e a squallide vicende che circolano intorno ai luoghi del potere, prima di tutto come donna, non potevo esimermi dal dedicare a queste vicende qualche riga.
Ma quello che diro' non sarà l'ennesima cronaca dei fatti, delle intercettazioni e di tutto quello che abbiamo già fin troppo, quasi alla nausea, visto e letto sui giornali e sui rotocalchi in questi giorni, sarà soltanto un appello, soprattutto al mondo, per ricordare una cosa che forse, a causa di tutte queste tristi vicende, è stata dimenticata: IN ITALIA NON SIAMO TUTTE "ESCORT".
Mi sento di dire questo perché credo che mai come in questi tempi, la figura della donna è stata infangata, oggettivata, dilaniata e ridotta a puro e semplice strumento del godimento e del piacere.

E non sono certo i modi "poco gentili"  che hanno utilizzato gli agenti per perquisire le case delle numerose ragazze indagate sui festini di Berlusconi ad aver infangato la figura della donna, ciò che continua a degradare l'essere donna sono proprio i comportamenti di queste donne.
Donne che hanno confuso l'emancipazione femminile con il prostituirsi, facendo così, senza accorgersene (o divenendone consapevolmente complici???), proprio il gioco degli uomini e trasformandosi cosi' in vittime pur essendo convinte di essere carnefici.

Ma è possibile che dopo tutte le lotte delle nostre madri, siamo ancora qui a parlare di degradazione della donna? Purtroppo ci sono pericolosi segnali che indicano che invece che andare avanti stiamo tornando indietro, o che, peggio ancora, il femminismo è stato portato ad una degenerazione malata, dove la donna bella e seducente pensa che mettere a disposizione il proprio corpo per arrivare al potere e al successo, sia l'essenza dell' emencipazione e della libertà.


Questa tipologia di donna crede di essere "forte" perché puo' sedurre l'uomo ricco e potente ed estorcergli quello che vuole, ma in realtà é debole e insicura perché ha rinunciato del tutto al suo cervello. Si è sottovalutata, autodefinendosi mero pezzo di carne incapace di sfondare senza l'aiuto delle sue gambe o del suo posteriore.  Ma la cosa peggiore è che questa donna non ha fatto altro che assecondare il potente uomo che invece crede di combattere, diventando il suo oggetto di sollazzo. Le femministe dicevano "il corpo è mio e me lo gestisco io" e questa frase implicava che la libertà sessuale era una condizione di SOGGETTO ATTIVO e non di OGGETTO PASSIVO come invece sta accadendo ora. Infatti, se io vendo il mio corpo, vuol dire che lo reputo un oggetto e non certo un soggetto, perché, come ogni oggetto che si rispetti, esso assume un costo ed un valore di mercato. Quindi il problema non è fare uso del proprio corpo in maniera libera, ma farlo con un fine molto più basso, che è quello di ricavarci qualche migliaio di euro o un posto al "sole"... questo alla faccia di tutte le altre persone che stanno sputando sangue per arrivare ad una posizione lavorativa anche solo dignitosa.


MA NON SIAMO TUTTE ESCORT- caro mondo,
 accanto ad un numero, sebbene alto, di donne che hanno deciso di vendere il proprio corpo in cambio di favori e soldi, ci sono altrettante giovani donne, anch'esse ad ogni modo belle e seducenti che pero' hanno deciso di usare le loro facoltà intellettive e le proprie capacità personali per arrivare a quello che vogliono e ce l'hanno fatta.
Ci sono donne che lavorano duramente e che lottano per arrivare a fine mese, ci sono giovani laureate che sono ancora immerse nel precariato e che, per questo, non possono progettare un futuro...a queste donne nessuno paga l'affitto o le bollette o offre bonifici da 115mila euro perchè "stanno attraversando un periodo difficile"...ci sono mamme che, sebbene hanno perso il lavoro e devono mantenere la famiglia, non hanno mai ceduto alla vendita del proprio corpo e che hanno preferito, piuttosto che prostituirsi, passare le loro nottate a pulire gli uffici o a fare la cameriera, la lavapiatti  e mestieri simili...  
Forse le simpatiche signorine oggetto di questa squallida inchiesta trovano che lavare i piatti non sia dignitoso quanto prostituirsi?
 Se pensate così, care "donne oggetto", allora vuol dire che l'Italia non è più una repubblica fondata sul lavoro, ma su un paio di tette e un bel "lato b" e io da questo, se permettete, mi dissocio.
Giulia. B

Le foto sono tratte da:
http://www.pdci-ibarruri.it/donneviolenza1.htm
http://guerrecontro.altervista.org/blog/?p=1069