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lunedì 12 dicembre 2011

IL NOSTRO TEMPO E'ADESSO spiega le ragioni della partecipazione allo sciopero generale

Ciao a tutti,
ritorno alla carica con un articolo che credo meriti una riflessione....
alla vigilia delle sciopero generale di oggi, Lunedi 12 dicembre, forse vale la pena di interrogarsi su una domanda...E proprio vero che questa manovra non penalizza i giovani precari?
 La rete dei precari "il nostro tempo é adesso" ha espresso le sue ragioni di partecipazione allo sciopero mettendo in luce le problematiche che conseguono da questa ultima manovra del governo Monti, questo per ricordare che, non é una questione di governo (prima c'era il governo Berlusconi e ora non c'è più ma una chiara risposta alla problematica del lavoro e della disoccupazione giovanile ancora rimane in sospeso ), ma una questione cecità di un'intera classe politica dinnanzi ad un problema tanto grave quanto di sicuro molto influente sulla "crisi" del nostro paese. Se da una parte la diminuzione dell'Irap per le aziende che decidono di assumere donne e giovani é certamente un piccolo passo verso una maggior tutela per questa parte "debole"della comunità sociale, dall'altro se contemporaneamente non vengono prese misure, da una parte di sviluppo, e dall'altra di CONTROLLO e supervisione su quelle aziende che invece continuano a basarsi su un turn over costante di giovani sottopagati e non tutelati, anche questo piccolo passo rischia di essere inutile. Qui sotto l'articolo del "il nostro tempo é adesso".
«A prima vista si tratta di una manovra che di giovani e precari sembra essersi scordata.
L’emergenza sociale è scomparsa sotto quella finanziaria, tanto da produrre la bizzarra assenza, nella manovra economica, della crisi più grave che il nostro paese attraversa: quella del 30% di disoccupazione giovanile e del dilagare della precarietà.
E invece no. Se ne è ricordata, ma colpisce duro anche lì.
Colpisce con l’intervento sulle pensioni, che mentre penalizza significativamente genitori e nonni, non interviene per assicurare un futuro previdenziale ai precari. Anzi.


1) In un paese con un welfare colpevolmente avaro con i giovani e i precari, colpire le pensioni significa paradossalmente indebolire l’unico welfare esistente per i giovani: la non rivalutazione delle pensioni pesca proprio dalle tasche dei precari, quelli che per l’ultima spesa del mese, sono costretti a bussare alla porta della casa dei genitori.


2) Fuor da ogni lotta tra generazioni dopo questa manovra trovare un lavoro sarà più difficile. Da una parte si bloccherà il ricambio in quelle postazioni a contenuto di conoscenze medio alto, dall'altra si produrrano altri precari: gli over 55 che veranno espulsi dal mercato del lavoro che dovranno aspettare anni per la arrivare alla pensione, senza che venga offerta loro nessun percorso di inserimento attivo.

Evidentemente, il problema non dovrebbe essere mandare in pensione chi lavora per liberare posti, ma creare nuova occupazione attraverso politiche di sviluppo. Tuttavia, in questa manovra, di interventi per stimolare lo sviluppo del paese sembrano essercene davvero pochi. Lo sconto sull’IRAP per chi assume giovani e donne è un intervento col fiato corto: nonostante gli sconti, in un paese che arranca, pochi saranno motivati ad assumere. SI tratta di un intervento destinato ad essere inefficace se contemporaneamente non si imprime una scossa allo sviluppo, che, ad oggi, non si vede.
Assente il sostegno alla ricerca e all’innovazione, così come non c’è traccia di un piano generale che investa sui talenti e le competenze dei giovani per rilanciare l’Italia, magari attraverso l’infrastrutturazione materiale e immateriale, la valorizzazione del territorio, la promozione dei settori di avanguardia.
Ugualmente, l’aumento di 2 punti dell’IVA, così come del costo della benzina, impatterà principalmente sui soggetti più fragili, fra cui giovani e precari, che già oggi hanno dovuto comprimere i propri consumi a causa del lavoro che non c’è o è precario e di compensi miserrimi.

Vorremmo che i giovani, tanto presenti nelle parole del Presidente del Consiglio e nel dibattito di queste settimane su come rilanciare l’Italia, fossero altrettanto protagonisti di provvedimenti concreti: di lotta alla precarietà, di welfare, di estensione dei diritti sul lavoro, di sviluppo economico e produttivo.
E vorremmo soprattutto che i giovani non fossero strumento usato contro loro stessi. Nelle parole di chi utilizza lo scandalo della precarietà per avvalorare la diminuzione dei diritti del lavoro c’è un’operazione strumentale tutta a danno dei precari stessi a cui, tra le righe, si dice: la tua unica prospettiva è spostare la precarietà dal contratto con la scadenza scritta, a un contratto con la scadenza incerta, tutta da decidere: suspance.

L’agenda di Governo dovrebbe essere invertita: prima di tutto interventi per liberare le tante energie compresse e contemporaneamente per salvare una generazione. Significa combattere la truffa della precarietà, estendere i diritti fondamentali ai lavoratori discontinui, attivare un welfare promozionale ed efficace per i precari e per i tantissimi che non riescono a entrare nel mondo del lavoro.
Le risorse per avviare questi processi non vanno trovate deprimendo ancora di più la nostra economia e facendo cassa su chi ha già ampiamente pagato.
Il patto tra noi e lo Stato è saltato da tempo, deve pagare chi fino ad adesso ha gestito questo patto solo a proprio vantaggio.

Serve una patrimoniale che tassi le grandi ricchezze, bisogna intervenire tassando i beni acquisiti, dalle auto di lusso a una tassazione sugli immobili che escluda la prima casa ma pesi sugli immobili di prestigio e sulle case sfitte. E infine combattere l'evasione, unendo alla tracciabilità una seria azione che parta dall'incrocio delle banche dati per rilevare le ricchezze nascoste.
Per tutti questi motivi le reti e i coordinamenti del Comitato “Il Nostro tempo è adesso” parteciperanno alle iniziative dei lavoratori promosse nell’ambito dello sciopero generale del 12 Dicembre. »
http://www.ilnostrotempoeadesso.it/component/content/article/35-contenuti/233-manovra-per-i-precari-non-si-vede-ma-fa-male.html