1. In Italia ci sono 46 forme contrattuali precarie, su cui l’ “epocale” riforma del lavoro non interviene: rimangono tutte a disposizione della parte datoriale, che potrà utilizzarle come peggio crede.Aggiungerei a queste considerazioni il problema, mai sollevato finora da parte di nessun governo o parte politica, dell'assurdità in termini di regime fiscale, legata ai co co pro innanzitutto ma a seguire anche a tutte le altre forme di contratti atipici (per capire quali vedi
2. Il costo del contratto a tempo determinato (e solo quello, mentre co.co.pro e tutte le altre forme contrattuali precarie no) costerà di più. Ci sono due conseguenze.
- se non si fissano dei compensi minimi, l’aumento del costo del lavoro flessibile verrà scaricato sul compenso effettivo del lavoratore. Per dirla in modo ancora più semplice: aumenta il costo del lavoro precario? Perché un imprenditore dovrebbe pagare di più lui, se non è fissato un compenso minimo, e non “detrarre” questo aumento dallo stipendio del lavoratore precario?
- Aumentare il costo del contratto a tempo determinato (che è la serie A dei contratti precari, perché già in parte soggetta a tutele, benché minime) mentre si lasciano immutati i contratti a progetto, le collaborazioni occasionali, i contratti a chiamata (la serie C, quella che non aveva e che rimane senza tutele), è una misura utile a contrastare la precarietà e aiutare i giovani? Non si capisce perché il datore di lavoro, visto che aumentano i contributi per i contratti a tempo determinato, dovrebbe scegliere di assumere il lavoratore a tempo indeterminato, anziché fargli un contratto a progetto. “Perché gli verranno restituiti sei mesi di quei contributi, come premio alla stabilizzazione”. Ah bè, Allora sì.
http://www.wikilabour.it/Default.aspx?Page=Redditi%20Dipendente%20Assimilati&AspxAutoDetectCookieSupport=1#TUIR_50 ).
Forse pochi sanno che a partire dal 2004 (TUIR, art.50) vi é stato un "adeguamento" del regime fiscale del lavoro così detto "parasubordinato" di cui fanno parte proprio i co copro (la forma di lavoro atipica più diffusa in Italia) a quello dipendente o subordinato (di cui fanno parte i più fortunati a tempo determinato e a tempo indeterminato).
Ciò ha comportato, quindi che anche i redditi provenienti da contratti atipici come ad esempio i co co pro fossero "assimilati"a quelli provenienti da contratti da lavoro dipendente. Quindi della serie... "non solo non hai ferie, non hai malattia, non hai diritto alla maternità, ma sei anche trattato, davanti al fisco, alla stregua di un lavoratore con tutti i sacrosanti diritti e protezioni". Poco importa quindi che tu per raccimolare un reddito annuo al limite della povertà abbia dovuto svolgere più di un lavoro, poco importa che sei sei un precario il datore di lavoro può decidere di non trattenerti l'irpef in sede di stipendio (da una parte una cosa buona perché altrimenti le buste paga sarebbero ancora più leggere, dall'altra una cosa pericolosissima perché meglio avere un prelievo graduale che una botta finale in sede di 730), per il fisco sei comunque a debito.
Questo perché il fisco non guarda al contratto ma solo allo scaglione di reddito e per lo più LORDO. Per farvi un'idea più concreta, ecco qui sotto i nuovi scaglioni di reddito inseriti dal 2007:
NUOVE ALIQUOTE IRPEF E NUOVI SCAGLIONI DI REDDITO (validi dal 1° gennaio 2007)
Scaglioni di reddito | Aliquota | Calcolo d'imposta* |
Fino a € 15.000 | 23% | € 3.450 (23% del reddito) |
Da € 15.000 e fino a € 28.000 | 27% | € 3.450 + 27% del reddito eccedente € 15.000 |
Da € 28.000 e fino a € 55.000 | 38% | € 6.960 + 38% del reddito eccedente € 28.000 |
Da € 55.000 e fino a € 75.000 | 41% | € 17.220 + 41% del reddito eccedente € 55.000 |
oltre € 75.000 | 43% | € 25.420 + 43% del reddito eccedente € 75.000 |
Quando? Ma molto semplice, durante la tua dichiarazione dei redditi, che, per giunta, sei obbligato a compilare per legge qualora tu sia in possesso di più di un CUD dovuto alla presenza di più lavori nel corso dell'anno. Ovviamente la domanda sorge spontanea...ma é possibile che un poveraccio OBBLIGATO a fare più di un lavoro in un anno (in contemporanea o al termine di un contratto vista la temporaneità dei contratti atipici) per tirare a fine mese, sia letteralmente salassato, alla stregua di una persona che è regolarmente impiegata?
Vi faccio qualche esempio:
13 000 Euro lordi in un anno = irpef dovuta senza detrazioni 2990 euro
10 000 Euro Lordi in un anno= irpef dovuta senza detrazioni 2300 euro
A queste cifre vertiginose si possono fare delle detrazioni che pero' si riducono di molto se sei un semplice parasubordinato senza figli a carico, cognugi a carico o similia. Ecco come:
Ipoizzando un reddito di 10 000 Euro la datrazione sarà di circa: 1314 € (cifra data da questa complicato calcolo: € 1.338 + 502 x [(15.000 – reddito complessivo)/7.000] ).
Dunque 2300 -1314 = 960 €= IRPEF DOVUTA Nel corso dell'anno.
Insomma, per concludere, se hai guadagnato 10 000 Euro LORDI all'anno ( circa 833 Euro al mese LORDI) allo stato devi quasi 1000 Euro NETTI, più di un tuo stipendio. Ma non é finita qui, in sede di dichiarazione di redditi, al cittadino tartassato, il fisco richiede, in aggiunta all'irpef dovuta, anche quella "ipotizzata" per l'anno prossimo pari al 99% (quindi in soldoni l'intera o quasi cifra) di quella per l'anno corrente. Quindi, altri 900 erotti euro che tu "dai in anticipo" allo stato da aggiungersi ai 960 che hai già dato. Puoi anche decidere di non versarla, ma a tuo rischio o pericolo, in quanto se l'anno prossimo sarai ancora nella stessa situazione, oltre a dover versare l'irpef dell'anno corrente, sarai sanzionato perché non hai dato quest'anticipo.
Morale della favola: 960 € + 99% di 960 = 960 + 940 circa = 1910 EURO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Forse più che gridare al mondo che questa riforma del lavoro salverà i precari, sarebbe molto più coerente stare in silenzio e non permettersi di parlare a nome di una categoria che se finora è esistita è perché a quanto pare fa comodo a tutti che continui ad esistere.
G.
immagine tratta da: http://alessiomannino.blogspot.it/