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lunedì 21 maggio 2012

PRECARI: CORNUTI E MAZZIATI DA RIFORMA E FISCO

Prendo spunto da un interessantissimo articolo scovato sull'ESPRESSO BLOG che, oltre a fare una lucida analisi di quella che finora sembra essere la "sostanza" della riforma del lavoro tanto osannata da Fornero e co come "Epocale" per il suo straordinario intento di "aiutare i giovani precari", pone l'attenzione sulle pericolose conseguenze che potrebbero avvenire se essa passasse così com'é. Ecco il punto focale su cui  credo valga la pena di ragionare:
1. In Italia ci sono 46 forme contrattuali precarie, su cui l’ “epocale” riforma del lavoro non interviene: rimangono tutte a disposizione della parte datoriale, che potrà utilizzarle come peggio crede.
2. Il costo del contratto a tempo determinato (e solo quello, mentre co.co.pro e tutte le altre forme contrattuali precarie no) costerà di più. Ci sono due conseguenze.
  • se non si fissano dei compensi minimi, l’aumento del costo del lavoro flessibile verrà scaricato sul compenso effettivo del lavoratore. Per dirla in modo ancora più semplice: aumenta il costo del lavoro precario? Perché un imprenditore dovrebbe pagare di più lui, se non è fissato un compenso minimo,  e non “detrarre” questo aumento dallo stipendio del lavoratore precario?
  • Aumentare il costo del contratto a tempo determinato (che è la serie A dei contratti precari, perché già in parte soggetta a tutele, benché minime) mentre si lasciano immutati i contratti a progetto, le collaborazioni occasionali, i contratti a chiamata (la serie C, quella che non aveva e che rimane senza tutele), è una misura utile a contrastare la precarietà e aiutare i giovani? Non si capisce perché il datore di lavoro, visto che aumentano i contributi per i contratti a tempo determinato, dovrebbe scegliere di assumere il lavoratore a tempo indeterminato, anziché fargli un contratto a progetto. “Perché gli verranno restituiti sei mesi di quei contributi, come premio alla stabilizzazione”. Ah bè, Allora sì.
Aggiungerei a queste considerazioni il problema, mai sollevato finora da parte di nessun governo o parte politica, dell'assurdità in termini di regime fiscale, legata ai co co pro innanzitutto ma a seguire anche a tutte le altre forme di contratti atipici (per capire quali vedi
http://www.wikilabour.it/Default.aspx?Page=Redditi%20Dipendente%20Assimilati&AspxAutoDetectCookieSupport=1#TUIR_50 ).

Forse pochi sanno che a partire dal 2004 (TUIR, art.50) vi é stato un "adeguamento" del regime fiscale del lavoro così detto "parasubordinato" di cui fanno parte proprio i co copro (la forma di lavoro atipica più diffusa in Italia) a quello dipendente o subordinato (di cui fanno parte i più fortunati a tempo determinato e a tempo indeterminato).

Ciò ha comportato, quindi che  anche i redditi provenienti da contratti atipici come ad esempio i co co pro fossero "assimilati"a quelli provenienti da contratti da lavoro dipendente. Quindi della serie... "non solo non hai ferie, non hai malattia, non hai diritto alla maternità, ma sei  anche trattato, davanti al fisco, alla stregua di un lavoratore con tutti i sacrosanti diritti  e protezioni".   Poco importa  quindi che tu per raccimolare un reddito annuo al limite della povertà abbia dovuto svolgere più di un lavoro, poco importa che sei sei un precario il datore di lavoro può decidere di non trattenerti l'irpef in sede di stipendio (da una parte una cosa buona perché altrimenti le buste paga sarebbero ancora più leggere, dall'altra una cosa pericolosissima perché meglio avere un prelievo graduale che una botta finale in sede di 730), per il fisco sei comunque a debito.
Questo perché il fisco non guarda al contratto ma solo allo scaglione di reddito e per lo più LORDO. Per farvi un'idea più concreta, ecco qui sotto i nuovi scaglioni di reddito inseriti dal 2007:

NUOVE ALIQUOTE IRPEF E NUOVI SCAGLIONI DI REDDITO (validi dal 1° gennaio 2007)
Scaglioni di reddito Aliquota  Calcolo d'imposta*
Fino a € 15.000   23%  € 3.450 (23% del reddito)
Da € 15.000 e fino a € 28.000   27%  € 3.450 + 27% del reddito eccedente € 15.000
Da € 28.000 e fino a € 55.000   38%  € 6.960 + 38% del reddito eccedente € 28.000
Da € 55.000 e fino a € 75.000    41%  € 17.220 + 41% del reddito eccedente € 55.000
oltre € 75.000   43% € 25.420 + 43% del reddito eccedente € 75.000

 Dunque, se anche una persona con lacrime e sangue abbia, per esempio, guadagnato 8000 euro LORDI in un anno (neanche 700 euro al mese LORDE per intenderci) magari saltando da un datore di lavoro all'altro, (visto che sempre di più i co co pro oltre che essere essere la forma più inflazionata sono anche quella più sottopagata), il tuo bel 23%, alla stregua di un lavoratore dipendente con tutte le tutele e  per lo più con un solo datore di lavoro perché bastevole per tirare a fine mese, la devi sborsare allo stato.

Quando? Ma molto semplice, durante la tua dichiarazione dei redditi, che, per giunta, sei obbligato a compilare per legge qualora tu sia in possesso di più di un CUD dovuto alla presenza di più lavori nel corso dell'anno. Ovviamente la domanda sorge spontanea...ma é possibile che un poveraccio OBBLIGATO a fare più di un lavoro in un anno (in contemporanea o al termine di un contratto vista la temporaneità dei contratti atipici) per tirare a fine mese, sia letteralmente salassato, alla stregua di una persona che è regolarmente impiegata?

Vi faccio qualche esempio:
13 000 Euro lordi in un anno = irpef dovuta  senza detrazioni 2990 euro
10 000 Euro Lordi in un anno= irpef dovuta senza detrazioni  2300 euro

A queste cifre vertiginose si possono fare delle detrazioni che pero' si riducono di molto se sei un semplice parasubordinato senza figli a carico, cognugi a carico o similia. Ecco come:
 Ipoizzando un reddito di 10 000 Euro la datrazione sarà di circa: 1314 € (cifra data da questa complicato calcolo: € 1.338 + 502 x [(15.000 – reddito complessivo)/7.000] ). 


 Dunque 2300 -1314 = 960 €= IRPEF DOVUTA Nel corso dell'anno.

Insomma, per concludere, se hai guadagnato 10 000 Euro LORDI all'anno ( circa 833 Euro al mese LORDI) allo stato devi quasi 1000 Euro NETTI, più di un tuo stipendio. Ma non é finita qui, in sede di dichiarazione di redditi, al cittadino tartassato, il fisco richiede, in aggiunta all'irpef dovuta, anche quella "ipotizzata" per l'anno prossimo pari al 99% (quindi in soldoni l'intera o quasi cifra) di quella per l'anno corrente. Quindi, altri 900 erotti euro che tu "dai in anticipo" allo stato da aggiungersi ai 960 che hai già dato. Puoi anche decidere di non versarla, ma a tuo rischio o pericolo, in quanto se l'anno prossimo sarai ancora nella stessa situazione, oltre a dover versare l'irpef dell'anno corrente, sarai sanzionato perché non hai dato quest'anticipo.

Morale della favola: 960 € + 99% di 960 = 960 + 940 circa = 1910 EURO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Forse più che gridare al mondo che questa riforma del lavoro salverà i precari, sarebbe molto più coerente stare in silenzio e non permettersi di parlare a nome di una categoria che se finora è esistita è perché  a quanto pare fa comodo a tutti che continui ad esistere.

G.



immagine tratta da: http://alessiomannino.blogspot.it/




















martedì 8 maggio 2012

10 MAGGIO: GIORNATA NAZIONALE CONTRO LA PRECARIETA'

Il 10 Maggio, in numerose città Italiane si terrà la giornata nazionale contro la precarietà. Organizzata dalla rete CGIL "Giovani mai più disposti a tutto", una rete "precaria" nata da qualche anno e impegnata su diverse campagne mirate alla sensibilizzazione sul tema del lavoro atipico e senza diritti, ha dato il via ad un periodo "infuocato" di proteste in occasione dell'approvazione sulla riforma del lavoro di proposta dal governo Monti. Investimenti per combattere la disoccupazione, cancellazione dei contratti truffa, estensione degli ammortizzatori sociali: sono alcune della rivendicazioni che la CGIL porterà in piazza il 10 maggio. Per informazioni, sotto il link con tutte le iniziative in programma. A Milano previsti due appuntamenti: uno alle 11.30 in piazza San Babila, l'altro dalle 18 in Porta Ticinese per un "aperitivo precario".





http://www.cgil.it/HtmlViewer.aspx?ID=%24_10.maggio.2012.precarieta



immagini tratte da: christianbiagini.ilcannocchiale.it/2012/02/07/mercato_del_lavoro.html, http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/04/13/gli-stati-generali-per-lo-sciopero-precario/104091/