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lunedì 12 aprile 2010

Contro la crisi i giovani si reinventano: Intervista con Lorena Arpesella

La seconda “puntata” sul mondo dei pendolari continua e si arricchisce di nuove sfumature…le problematiche dei trasporti lombardi paiono incrociarsi, neanche a farlo apposta, con quelle della crisi e della disoccupazione giovanile. Questa la storia del libro L'ABC del Pendolare...

Ciao Lorena, partiamo subito dal primo interrogativo che mi è venuto in mente leggendo la tua simpatica e veritiera storia…Da che cosa è nata l’idea di partire dalle lettere dell’alfabeto per intitolare e impostare il libro?
Il mezzo pubblico ti condiziona a 360 gradi..non puoi calcolare nulla senza il mezzo pubblico, quindi ti condiziona per l’appunto, dalla a alla z
Quanto ci hai messo a scrivere il libro?
Da che ho preso il diario alla rivisitazione di tutto, da luglio a settembre. Io ho perso il lavoro a luglio, quindi essendo fresca della cosa, ho deciso di buttarmi nella scrittura subito. Mi è venuto tutto di getto perché la motivazione era già dentro di me, dovevo solo esprimerla con la penna.
Hai qualche consiglio per tutti coloro che, alle prime armi con la scrittura, volessero provare ad imboccare la strada che hai cominciato te?
Guarda, è molto semplice, può forse sembrare un messaggio banale ma io la penso cosi’: “LASCIA CHE SIA IL CUORE A MUOVERE LA PENNA E TUTTO VERRA’ MOLTO PIU’ SEMPLICE”
Spesso l’obiettivo di chi scrive un libro è quello di trasmettere un messaggio preciso a chi lo leggerà…nel tuo caso, a parte l’intenzione di rendere partecipi i lettori del quotidiano dei pendolari, hai pensato anche di usarlo per veicolare un messaggio “sociale”(ad esempio quello di sensibilizzare le istituzioni al problema serio dei pendolari..)?
L’ho fatto con 2 intenti principali: Uno scopo generale: rivolgermi alla collettività per sensibilizzare sul problema dei pendolari ma non, come di solito accade, tramite cifre, racconti drammatici o storie di gente arrabbiata, ho deciso di farlo facendo ridere la gente…quindi sono arrivata allo stesso risultato ma penso, in maniera originale..Uno scopo personale: trovare un lavoro, una collaborazione, un qualsiasi cosa che mi consenta di sbarcare il lunario, quindi pensavo che scrivere un libro mi potesse aprire delle porte…al momento collaboro con ALTO MILANESE, un settimanale locale ma 12 euro a pezzo non è purtroppo sufficiente…è certo un lavoro che mi piace tantissimo e io son capace anche di morire tutto il giorno dietro al computer per farlo, ma di certo non mi consente un'indipendenza economica...
Lo so…purtroppo il mondo dell’editoria forse è uno di quei settori che risente di più di questa crisi…so bene che questa passione non paga…
Beh, tu pensa che io mi sono iscritta a mille agenzie interinali…mi sarei accontentata di trovare qualsiasi cosa… anche trovarmi un lavoretto qualsiasi, come commessa, cameriera…basta che non sia in una macelleria o in un salumeria anche perché sono animalista!...(sorride)
Capisco…tornando al tuo libro, nel leggerlo si evince subito che TRENITALIA è forse il nome più citato nei tuoi racconti….quando hai pubblicato il libro, non hai temuto di esporti troppo, che avresti avuto noie da Ferrovie dello Stato?
Ma magari!!!!!!Non si sono fatti sentire, nulla, non si presentano assolutamente! Neanche per controbattere…comunque io non ho alcun timore, anche perché dico la verità e non ho nulla di cui vergognarmi..al massimo sono loro che dovrebbero farlo…
So che tu, anche un po’ a malincuore, come dici in fondo al tuo libro, non sei più pendolare da quando hai perso il lavoro…o meglio, il treno lo continui ad usare ma non quotidianamente giusto?
Esatto, pero’ i miei amici pendolari mi aggiornano sempre sugli sviluppi…infatti continuo ad essere molto informata su tutto, non me ne scappa una!
Confermi quindi che ti manca il tuo essere pendolare?Nonostante i disservizi e le avventure e disavventure?
Si questa nostalgia c’è…mi manca il riscontro sociale, il passare assieme agli altri le stesse vicessitudini …lo stare a parlare sul treno…certo..non mi manca alzarmi alle 5 del mattino…pero’ si la nostalgia c’è….
Alla fine del tuo libro, racconti una storia che mi ha molto incuriosito e fatto sorridere… una tua amica pendolare, una volta cambiato lavoro e casa, non potendo più essere pendolare, ti aveva chiesto di registrare col cellulare la voce dello spiker che annunciava l’arrivo del treno e inviargliela…anche per te la nostalgia è a quei livelli?
Beh diciamo che non sono a quei livelli, anche perché avendo la stazione sotto casa quella voce la sento sempre(sorride)… devo dire che non mi manca alzarmi alle 5 del mattino…pero’ confermo che la nostalgia c’è, mi manca l’adrenalina di ogni mattina per prendere il treno in tempo, quel condividere avventure e sventure con i tuoi compagni di viaggio…come dicevo mi manca il riscontro sociale!
So che probabilmente ci sarà una “seconda puntata” delle tue avventure di viaggio..confermi?
Si, l’idea c’è e il materiale anche, una volta fatta l’ABC del pendolare – che si basa interamente sugli episodi di “andata” dei viaggi- non può mancare che la parte dedicata al “ritorno”…difatti stavolta il libro sarà impostato dalla “Z” alla “A" e racconterò anche di una mia esperienza con il treno Freccia rossa...pero’ non sarà una cosa immediata, adesso ho altre priorità , trovarmi un’occupazione, la cosa più importante….
Ok Lorena, prima di concludere, a te un commento libero su quello che vuoi o un messaggio…
OK:::A A A CERCASI DISPERATAMENTE LAVORO!!!!!!!

G.B






fonte foto: www.cittaoggi.it