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venerdì 29 aprile 2011

L’ADDIO A VIK: OLTRE AL DANNO, LA BEFFA DEI POLITICI


E' il 24 aprile di un pomeriggio quasi estivo per via del caldo intenso e del sole splendente...arriviamo nel luogo dove si svolgeranno i funerali di Vittorio - a Bulciago(LC)- con un discreto anticipo, tanto da riuscire ad incrociare il silenzioso corteo che segue a occhi bassi l'auto dove è deposta la bara, avvolta da una colorata bandiera della pace che contrasta vistosamente con il marrone triste e freddo di quei legni...
la commozione comincia in quel momento e non finirà fino alle 7 di sera, quando ci appresteremo a tornare a casa...
Inizia cosi', l'ingresso delle spoglie di Vik nella "chiesa" improvvisata per l'occasione all'interno di una palestra, con una manciata di petali di rose e viole che piovono sulla bara accompagnate da un applauso poderoso da parte dalle centinaia di persone rimaste fuori dalla palestra perché troppo piccola per ospitare tutti. Dalle cronache sull'evento infatti poi emergerà la presenza di più di 2mila persone.
Riusciamo però ad entrare "a metà", per puro caso e da li a circa 2 ore, si susseguirà un funerale per nulla dissimile da quello del parente o dell'amico che ognuno di noi forse avrà sperimentato almeno una volta nella sua vita.
 C'è l'omelia del parroco del paese, ma c'è anche un positivo incontro di religioni perché a quelle parole, si alterna anche la voce di Monsignor Hilarion Capucci, vescovo di Gerusalemme ed espresso sostenitore della causa palestinese. Da quell'uomo, quasi 90 anni e reduce da un lunghissimo viaggio dalla Palestina per arrivare in Italia a celebrare la veglia funebre di Vittorio, escono parole cosi' forti da far venire i brividi.."Vittorio, santo e Martire"nonché "Pastore del suo gregge"...Parole che fanno immediatamente capire quanto la morte di Vittorio abbia lasciato un segno indelebile nella striscia di Gaza, quasi ancor più che in Italia.
Certo, parlare di una persona che è stata ASSASSINATA come di un martire fa specie, non a caso la madre di Vittorio, nonché sindaco del paese di Bulciago, ribadirà poi nel suo intervento che Vittorio non era un martire ma un ragazzo comune, che pero' aveva scelto di dedicare la sua vita ad una causa tanto importante quanto quella palestinese.
Dunque il funerale prosegue secondo il rito cattolico ma al termine di esso, succede qualcosa di ancora più sorprendente, del tutto spontaneamente, le centinaia di persone che sono riuscite ad entrare nella palestra iniziano a cantare le strofe di Bella Ciao e iniziano a sventolare le tante bandiere della Pace e della Palestina portate da gran parte dei partecipanti. Incredibile, il funerale si trasforma all’improvviso in una colorata manifestazione con tanto di slogan “PALESTINA LIBERA” e urla “VITTORIO, VITTORIO”. Da quel momento in avanti, dopo la proiezione del video testamento di Vik (che a quanto pare, forse si sentiva già minacciato da un pezzo, vista la necessità di dire come avrebbe voluto essere sepolto) e l’apertura della seconda parte “laica” del funerale da parte della Banda degli Ottoni con le strofe di Bella Ciao e di altri canti partigiani-preludio ad un 25 aprile imminente-si sono susseguiti tantissimi interventi…tutti toccanti e profondi, dagli amici più stretti, alle associazioni, al gruppo attivista a cui apparteneva Vittorio –ISM- .
Ma in tutto questo c’era una fortissima nota stonata: tra gli interventi, NESSUN RAPPRESENTANTE DEL GOVERNO o DELL’OPPOSIZIONE e NESSUN RAPPRESENTANTE ISTITUZIONALE (se non di una o due realtà locali), eppure la cerimonia era aperta a tutti. 
Una cosa gravissima, soprattutto visto che si sta parlando di un Italiano morto all’estero, per lo più pacifista e attivista dei diritti umani, il cui omicidio resta avvolto ancora da una coltre di mistero sui veri mandanti di quell’assassinio così scellerato.  Quello che fa specie è che in Italia si assegnano di continuo medaglie al valore ai soldati morti in guerra o nei luoghi di conflitto, elogiandoli per il loro impegno civile e pro patria e non si spende una sola parola per una persona che ha scelto di dedicare gran parte della sua vita, pure senza pretendere un euro, per aiutare i più deboli, mettendo spessissimo a rischio la sua vita, a tal punto da restarne ucciso.
Forse i politici non si espongono perché hanno il timore, ancor di più ora che preme la campagna elettorale, di essere accusati di “antisemitismo” solo perché  andrebbero a dare un ultimo saluto ad un ragazzo che ha dato la sua vita per la causa palestinese e che non ha mai nascosto le sue forti critiche verso il governo d’Israele?
Molto probabile, ma ciò che traspare è che, almeno da parte del mondo istituzionale,  si voglia far cadere questa vicenda, tanto dolorosa e assurda,  al più presto nel dimenticatoio…




Tutto ciò che si può fare e non smettere mai di mantenere vivo il dibattito…pur sempre…
G.B
sopra, alcune foto scattate durante la cerimonia..


venerdì 15 aprile 2011

CON VITTORIO ARRIGONI E' MORTA ANCHE UNA PARTE DI QUELL'ITALIA CHE NON VUOLE CHIUDERE GLI OCCHI

E' stata una questione di ore il rapimento e la morte di Vittorio. Prima una notizia flash con un video che mostrava un giovane uomo bendato, con la barba incolta e le mani legate dietro la schiena, riconosciuto come Vittorio Arrigoni, 36 anni, giornalista, blogger e attivista dei diritti umani, molto vicino alla causa palestinese. Poi, stamattina, con altrettanta "velocità" ma con la pesantezza di un macinio di tonnellate, ecco la notizia della sua morte, avvenuta probabilmente stanotte in orario ancora incerto.

 A rivendicare la morte e il rapimento del giornalista, un gruppo di fondamentalisti islamici legati ai salafiti addirittura nemici giurati di Hamas. Ma come è possibile che nel giro di cosi' poche ore, la situazione sia cosi' degenerata? Soprattutto molto tempo prima dello scadere dell'ultimatum lanciato dai rapitori (che sarebbe scaduto oggi pomeriggio), che chiedeva ad Hamas, in cambio del  rilascio dell'uomo, la liberazione di alcuni dei loro combattenti incarcerati? Probabilmente sarà molto difficile avere delle risposte a questo interrogativo nel mentre, tutto quello che possiamo fare è raccontare di Vittorio.

Per chi è solito navigare per la rete o informarsi sul conflitto israelo-palestinese, è cosa risaputa che Vittorio era un giornalista del Manifesto, un attivista dell 'Ism - dell'International Solidarity Movement - (movimento palestinese impegnato a resistere all’occupazione israeliana usando i metodi e i principi dell’azione-diretta non violenta- qui il sito italiano) e il principale fondatore del blog Guerrilla Radio, luogo d'informazione sulla questione palestinese ma non solo.
 Vittorio fu uno dei pochi giornalisti che durante i massacri in Palestina della,tristemente famosa, " Operazione Piombo Fuso", decise di restare, rischiando il tutto per tutto per poter raccontare all'Italia quello che stava avvenendo in Palestina in quei terribili momenti. Proprio perché era tra i pochi rimasti, molti giornali, anche piuttosto autorevoli, si "servirono" della sua voce e delle sue righe per raccontare al mondo quello che stava accadendo.



La voce di Vittorio non è nuova alla grande informazione e nemmeno alla "piccola", infatti ricordo ancora il collegamento diretto con lui  al  suo cellulare durante un incontro informativo proprio sull'aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza di due anni fa. Feci anche qualche domanda in proposito ed ebbi finalmente un'informazione completa e dettagliata sul risultato reale dell'operazione Piombo Fuso che i media principali davano con il conta gocce: non certo lo sterminio dei miliziani di Hamas (i quali furono solo una piccolissima parte dei morti), ma bensì la morte di migliaia di donne, uomini e bambini innocenti.
Vittorio, una volta stabilitosi in Palestina, fece dell'informazione costante sulla drammatica situazione del popolo palestinese il suo principale cavallo di battaglia e forse, come prima di lui altri giornalisti italiani - il mio primo pensiero si rivolge ad Ilaria Alpi e Miran Hrovatin - il suo brutale assassinio, è purtroppo stato il prezzo che ha dovuto pagare per aver voluto raccontare la verità. 
Dei rapitori poco si sa, ma una cosa è certa, sicuramente gente che uccide un uomo che da sempre sostiene apertamente e fermamente la causa palestinese, non può nemmeno lontanamente essere definita come un' ala estremista "filo-palestinese", ma solamente assassini della peggior specie, animati da una follia che, per chiunque abbia un minimo di logica, nulla ha di umano.
Stando ad alcune testimonianze, Vittorio era già stato minacciato di morte altre volte, ma la cosa  più  inquietante, è che altri appartenenti al movimento Ism prima di lui avevano incontrato un triste destino. Basti pensare alla giovane attivista Rachel Corrie, divenuta poi il simbolo del movimento pacifista filopalestinese, che nel marzo del 2003, venne letteralmente schiacciata da un buldoozer israeliano davanti al quale si era parata per impedire la distruzione di alcune case palestinesi. Dunque a quanto pare l'Ism non era scomoda solo per questi fantomatici "fondamentalisti islamici salafiti"...

La speranza, come sempre, è che si faccia al più presto luce sulla questione chiarendo tante domande e dubbi che ad ora restano del tutto irrisolti e lasciano un vuoto che solo la giustizia e la trasparenza potran colmare. Purtroppo però, è anche vero che il passato c'insegna che di questioni irrisolte - quando si parla d'inviati di guerra - ce ne sono fin troppe...

Giulia B.

per info su Vittorio, l'Ism e la questione plaestinese:

le foto invece sono tratte da:

mercoledì 13 aprile 2011

La Voce di Pandora ora è anche su Facebook

Ciao a tutti!
Visto l'aumento degli ingressi al blog nell'ultimo mese, ho ritenuto utile creare anche la pagina facebook della VOCE DI PANDORA, la quale potrà essere utilizzata, oltre che come ulteriore tramite per commentare i post, anche come spazio di dialogo e confronto.

Per visitarla cliccate il link sotto!
LA VOCE DI PANDORA

A presto!
G. B

venerdì 1 aprile 2011

REPUBBLICA DEGLI STAGISTI- PROTEGGI GLI STAGISTI MA POI PROPONI I CO CO PRO?

E' proprio vero che tutto il mondo è paese e che a quanto pare il mercato del lavoro ormai caldeggia in tutto per tutto contratti atipici, di durata medio lunga o peggio ancora rinnovabili all'infinito, senza voler mai impegnarsi seriamente a dare fiducia al lavoratore. La motivazione che viene detta è sempre la stessa "al momento non possiamo permetterci di piu' di questo, assumere un lavoratore con tutte le tutele di un normale progetto costa troppo all'azienda, non ce la sentiamo di scommettere del tutto su un lavoratore perchè il rischio è grosso" e cosi' via.
Questi discorsi vengono fatti dalla maggior parte delle aziende, anche della grandi multinazionali che magari hanno miliardi di euro di fatturato all'anno. E fin qui, nulla di nuovo, ormai dobbiamo tristemente constare il fatto che il mercato del lavoro sta prendendo quella direzione e tutto quello che possiamo fare, è sperare, finché non ci saranno delle leggi a regolare/tutelare questi rapporti di lavoro, che prima o poi qualche azienda "virtuosa" decida invece di scommettere sul lavoratore dandogli la possibilità di avere un contratto normale, dove poter avere il diritto alla malattia, alla maternità, alle ferie, o semplicemente a piu stabilità.

Ma l'asino casca quando chi propone contratti di questo tipo è qualcuno che sostiene molto da vicino i giovani e addirittura li incoraggia a rifiutare stage che non presentino le caratteristiche di un serio progetto formativo, con un minimo di rimborso spese  (fissato a 500€) e soprattutto con una buona prospettiva d'assunzione. Casca l'asino rovinosamente quando organi, come la Repubblica degli Stagisti, che si è addirittura inventata un "bollino di qualità" dello stage - il cosiddetto "OK Stage"  da fare acquistare alle aziende "virtuose" di modo da sottoscrivere un impegno concreto a fornire delle condizioni "umane e sostenibili" ai presenti e futuri stagisti, propongono un'offerta lavorativa che invece va a braccetto con la precarietà più utilizzata e "di moda" in questo periodo...il famigerato "co-co-pro".

Recentemente, chiunque sia una delle tante anime  alla ricerca di un lavoro, sarà probabilmente incorso in questo annuncio, presente in diversi motori di ricerca e anche nello stesso sito della Repubblica degli Stagisti(http://www.repubblicadeglistagisti.it/pages/la-ventidue-editrice-repubblica-degli-stagisti-cerca-un-nuovo-collaboratore)..ecco solo alcuni esempi nei motori di ricerca:

1-  Impiegato Commerciale Junior Ventidue editrice - Repubblica degli Stagisti
Milano Centro  Milano  | Lavoro Milano
Metodologico e spiccato orientamento ai risultati. disponibilità: part time... part time, sarà regolata con contratto a progetto. residenza o domicilio... (fonte: http://lavoro.trovit.it/lavoro/impiegato-centro-commerciale-part-time  
2- Descrizione Offerta: La Ventidue editrice - Repubblica degli Stagisti ricerca un Impiegato Commerciale Junior da inserire in un contesto giovane, dinamico, in espansione e con la possibilità di partecipare a sfide ambiziose. I candidati dovranno avere le seguenti caratteristiche: orientamento alla vendita e conoscenza delle principali tecniche base di comunicazione telefonica, capacità di ascolto attivo e problem solving. Completano il Profilo: Intraprendenza, spirito di iniziativa, capacità di persuasione, rigore metodologico e spiccato orientamento ai risultati. Disponibilità: Part Time. Trattamento Economico: Fisso mensile + provvigioni Si richiede cultura universitaria, buona conoscenza dell’uso del PC, dei programmi del pacchetto office e dei programmi di posta elettronica e di navigazione Web. La posizione, inizialmente Part Time, sarà regolata con contratto a progetto. Residenza o domicilio a Milano (fonte: http://www.lavoro.org/Impiegato+Commerciale+Junior-Ventidue+editrice+-+Repubblica+degli+Stagisti-Milano_OF184013.htm )

Insomma una posizione manifestatamente  co co pro ma non chiara, ad esempio, sulla durata contrattuale e sull'effettivo rendimento economico, però ovviamente nata già con un vantaggio.. ovvero: "è la Repubblica degli Stagisti che la propone" quindi in sostanza, perché non fidarsi?Non puoi non fidarti di una realtà che usa queste parole: 

Si è molto parlato di "bamboccioni": ma se i ragazzi non vengono messi in condizione di mantenersi da soli, per loro continuare a vivere insieme ai genitori (o farsi mantenere altrove) diventa una condizione obbligata e non una scelta di comodo. Per riportare i giovani ad avere un ruolo attivo, responsabile e determinante nel mondo economico-politico-sociale italiano c’è bisogno che anche le imprese facciano la loro parte, permettendo a questi giovani di rendersi economicamente indipendenti e di trovare un lavoro vero al termine del percorso formativo. E questo processo parte proprio dallo stage. (fonte:http://www.repubblicadeglistagisti.com/initiatives/okstage/)
 Come puoi non fidarti di chi addirittura auspica una "pensione" per i precari..
Caro Gesù Bambino,
ciò che vorremmo quest’anno per Natale noi giovani lavoratori precari è di avere più tutele e più garanzie sul lavoro. E quindi poter metter su famiglia, magari dei figli, comprare una casa o quanto meno affittarla e poi, con calma, diventare vecchi. Ma forse nemmeno tu questo ce lo puoi regalare subito. Allora abbiamo pensato di chiederti per quest’anno una cosa che richiede più tempo: una pensione. Negli ultimi tempi i giornali hanno raccontato di come chi ha contratti di lavoro a progetto e discontinuo avrà accumulato alla fine della sua carriera lavorativa contributi talmente bassi da prendere un terzo dell’ultimo già basso stipendio. Al presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua tempo fa è scappata una battuta, che poi ha dovuto smentire: «Se si conoscessero le stime sulle pensioni dei giovani precari ci sarebbe una rivolta sociale». (http://www.repubblicadeglistagisti.com/article/letterina-di-natale-a-gesu-bambino-pensione-precari)
Dunque...ti fidi perché, come dire "Il fine giustifica i mezzi?"
C'è da chiedersi allora come mai, da parte di diverse persone, in primis anche da parte di alcuni di coloro che hanno brillantemente passato le selezioni questa offerta sia stata guardata con un po' con sospetto o, una volta "scelti"non sia addirittura di fatto, stata accettata........
partendo tra l'altro, dal presupposto che stiamo vivendo un periodo di crisi molto pesante dove anche  500 euro al mese, farebbero molto comodo.....()
Vi lascio con questo grande punto interrogativo affinché ci sia una riflessione in proposito...e rincaro la dose informando che, tra i promotori della grande Manifestazione contro il Precariato che si terrà in tante piazze d'Italia il 9 aprile, c'è anche uno dei personaggi centrali di questa brillante idea ma aimé, debole nelle sue numerose contraddizioni e  "conflitti d'interessi". Come dire... LOTTIAMO CONTRO IL PRECARIATO E LA MANCANZA DI TUTELE MA USIAMOLO PERCHé CI CONVIENE? è proprio vero che, come si dice, chi "predica bene", purtroppo spesso  razzola male...
Giulia B.

per info sulla manifestazione: l'appuntamento è, il 9 aprile, alle ore 15.30 alle Colonne di San Lorenzo a Milano
altri link interessanti che consiglio a tutti di leggere, l'ho scoperto ora e, anche se non lo condivido al 100 x 100 credo che meriti comunque una riflessione:
http://www.quotidianopiemontese.it/generazionep/2011/03/24/eleonora-voltolina-il-nostro-tempo-e-adesso-ma-il-tuo-conflitto-di-interessi-sara-il-problema-del-domani/