Visualizzazioni totali

venerdì 13 dicembre 2013

A proposito di "Forconi"....

Tanto tempo è passato dall'ultima volta che ho scritto qui sopra e tante cose sono cambiate....purtroppo o perfortuna il lavoro mi ha per un po' limitato il tempo per poter continuare a scrivere in maniera continuativa, ma, anche se con meno frequenza, da oggi si ricomincia....
Cominciamo con l'argomento di attualità che da qualche settimana serpeggia sui media e sui social network...si tratta della protesta del cosìddetto "Movimento dei Forconi"....
Ciò che nella settimana ha fatto più scalpore è un episodio inconsueto che si è tenuto a Torino pochi giorni fa, quando, nel corso di una delle manifestazioni "Anticrisi" organizzate dal movimento per bloccare strade e mezzi di trasporto e manifestare il dissenso al governo e al caro vita, dalla benzina alle tasse, è accaduta una cosa mai vista: I POLIZIOTTI IN TENUTA ANTISOMMOSSA SI SON TOLTI IL CASCO, INCITATI DAI MANIFESTANTI PER "UNIRSI" O QUANTO MENO SOLIDARIZZARE CON LA PROTESTA...
Inutile dire che un gesto tale e le sue immagini han fatto in pochi minuti il giro di tutta Italia e forse anche oltre, suscitando sorpresa da un lato e soddisfazione dall'altro. Ed è ovvio che, come sempre accade in Italia, puntualmente sono anche arrivate le strumetalizzazioni tanto che Grillo, leader del M5S, e Berlusconi, fresco di sentenza giudiziaria e decadenza, hanno quasi "fatto a gara" a chi "cavalcasse" di più questa protesta...
Berlusconi di colpo ha usato termini quali "Rivoluzione" (nel caso poi la legge decida che debba finire in carcere) e Grillo ha rimarcato più volte la paternità del gesto eclatante dei poliziotti  attribuendosene il merito.
Nel secondo caso, bisogna dare atto a Grillo che è così, da sempre il M5S ha più volte espresso il desiderio che anche i poliziotti, finalmente solidarizzino con i manifestanti per dimostrare che non sono un semplice strumento per proteggere la cosiddetta "Casta"......Ma Berlusconi che si scopre rivoluzionario (parole testuale "Attenti che se mi arrestano accadrà la rivoluzione") questo no, non ce l'aspettavamo proprio...
A sto punto, a fronte di episodi tanto eclatanti, una domanda non puo' nascere che spontanea: MA CHI SONO VERAMENTE QUESTI"FORCONI" E COSA VOGLIONO?....E SOPRATTUTTO, PERCHé, DOPO ANNI DI MANIFESTAZIONI, SOLO CON IL LORO MOVIMENTO PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA ITALIANA SI ASSISTE AD UNA SOLIDARIZZAZIONE DA PARTE DELLE FORZE DELL'ORDINE? 
Questo articolo puo' essere senza dubbio un buono spunto di riflessione....per cui..Buona Lettura:-)
http://www.ilpost.it/2013/12/11/forconi/
 
 

martedì 14 maggio 2013

POESIA PRECARIA

Scrittori precari  é un collettivo che nasce dalla collaborazione di diverse realtà letterarie italiane che rivendicano la centralità della scrittura e della sua condivisione attraverso la lettura pubblica.

La lettura qui viene intesa come forma d'impegno sociale e civile, in grado di abbattere la concezione di "crisi" come continua giustificazione dei numerosi tagli e mancanze operate nei confronti del mondo del lavoro e della cultura in tutte le sue forme, compresa quella della scuola e dell'istruzione.

E' da questo progetto che nasce la pagina http://scrittoriprecari.wordpress.com/ , sito che raccoglie i contributi letterali di tutti coloro, giovani e non, che scelgono la scrittura come veicolo d'espressione e interpretazione della quotidianietà.

Sono finita quasi per caso su questa pagina, durante una delle mie tante ricerche sul panorama web legato alla precarietà, eterno problema dei nostri anni e della mia generazione e, che, come avrete di sicuro notato, é uno degli argomenti portanti di questo blog.

Cercavo in particolare una poesia "precaria" e mi sono ritrovata a navigare per le pagine di questo sito... Cosi' non ho potuto che fare a meno di informarvi sull'esistenza di questo bel progetto, che credo sia interessantissimo per chiunque ami la cultura e la scrittura.

La poesia l'ho trovata..e ve la posto qui sopra....Si tratta di una poesia che seppur risalente a quasi 4 anni fa mi sembra incredibilmente adatta a descrivere la situazione politica che stiamo vivendo ora, a 2013 inoltrato..... dove ci troviamo, nostro malgrado, nel bel mezzo di un governo di "(RI?)Conciliazione" che, invece di impegnarsi a portarci il prima possibile alle urne, si perde in meditative gite "al monastero"...... 

Che la giovane autrice della poesia l'avesse previsto?:-)? Leggere per credere........

«Voi siete lì
a tapparvi le bocche,
ingozzarvi gli stomaci,
sbrinarvi le anime
che schegge di ghiaccio
sferzano tutt’intorno.
Vi vedo strapparvi fughe di gloria,
collezionare parole madide
di odio antico.
Che incontro è questo?
Quale disgusto può digerire meglio
questo cibo avariato?
Dove guardare?
Chi rincuorare?
Disfate questo empio teatro
poiché questi attori non recitano!
I commensali, segnati alla fronte,
siedono a un tavolo storpio
dov’è servito un cibo ancor più morto
e dove gli attori fuori scena recitano:
Riconciliazione”,
il loro unico atto.»
di Francesca Galderisi, 14 dicembre 2009 : http://scrittoriprecari.wordpress.com/2009/12/14/poesia-precaria-selezionata-da-l-piccolino-17/

 Se volete saperne di più su Scrittori precari, alcuni dei protagonisti di questa realtà saranno presenti al Salone del libro di Torino Domenica 19 maggio 2013, ore 12.30.

Intanto vi lascio anche questo video che presenta, tramite un racconto che incrocia documentario e letture dal vivo, il percorso che ha portato alla nascita di questo brillante progetto.



Immagini tratte da:
offestivalcinemachiuso.wordpress.com 

giovedì 14 marzo 2013

Si respira "Aria Precaria": Intervista con Sara Root

 
Oggi vorrei parlarvi di Aria Precaria, un originale romanzo che narra, in chiave sottilmente ironica ma non troppo, le molteplici disavventure di una giovane precaria.
Pubblicato nel 2012 da Cairo editore, Aria Precaria è l'esilarante frutto letterario che nasce dalla lunga"collezione" di brutte esperienze lavorative che, dall'età universitaria al recentissimo presente dopo la laurea, "accumula" la giovane protagonista e autrice del romanzo, Sara Root.
Vicessitudini, che in realtà, tutto sembrano tranne che c'entrare con il normale significato che dovrebbe rievocare il termine "lavoro": ovvero un'esperienza professionale retribuita e (possibilmente) tutelata.
Si alternano così esperienze di stage gratis ma a tempo indeterminato ad episodi di lavori dall'orario flessibilmente lungo ma dallo stipendio decisamente corto, senza parlare poi del cospicuo quantitativo di proposte lavorative quanto allettanti tanto "fantasma".
La componente "fantasma" si esprime in più versanti, dall'offerta lavorativa in sé ai pagamenti, documentati da fantasiose buste paga ma, di fatto, mai arrivati.
Succede così che una proposta lavorativa venga "sponsorizzata" in un modo per poi essere inspiegabilmente "negata" o pretesa in un altro. Oppure, che invece di crescere il conto in banca, si alzi soltanto la pila cartacea delle comunicazioni di bonifici inesistenti.
Questo è quello che succede a Sara, ma, se guardiamo bene, altro non é che ciò che accade ogni giorno, a tutti quei giovani che da un po' di anni a questa parte, stanno cercando di entrare con fatica in un mondo del lavoro che non li vuole.
Aria precaria è decisamente il romanzo di una generazione, che si é trovata e ancora si trova, a dover fare i conti con un sistema lavorativo malato e contorto dove la meritocrazia non é nemmeno lontanamente  contemplata.
E' un libro che lascia il segno perché nella sua velata ironia é in realtà racchiusa tutta la rabbia, la disperazione e l'aspettativa futura di un intero universo, quello giovanile moderno.
A seguito della lettura di questo romanzo, nel quale mi sono rispecchiata un'infinità di volte, non ho potuto resistere alla tentazione di fare qualche domanda all'autrice, Sara Root classe '81- per capire meglio come è nata questa straordinaria idea.

Cominciamo con una domanda che forse potrà sembrare un po' ovvia ma nella quale ripongo molto interesse..
  • Come è nata l'idea di scrivere questo libro? O meglio, al di là delle singole esperienze, c'è stato un qualche episodio in particolare che ti ha dato il "LA'" per prendere questa decisione? 
In verità più che un'idea è stata la naturale risposta ad un bisogno. Ero disperata, mi sentivo sola e necessitavo di metabolizzare, assimilare e risolvere il tutto. Dato che il mio metodo fin da quando sono bambina per farlo è scrivere, ho iniziato a mettere nero su bianco tutte le cose che mi erano successe fino a quel momento. Direi che è non c'è stato un episodio chiave, piuttosto il sommarsi di tutti quanti.
  • Quali sono state le principali problematiche che, durante il percorso di scrittura, si sono presentate e come sei riuscita a superarle?                                                                                 
 Forse l'unica problematica è stata mantenere il giusto equilibrio tra la tristezza e l'ironia. Istintivamente e “a caldo” gestire le emozioni scrivendo non è sempre facile.
  • C'è voluto molto tempo per scrivere questo libro o ti è venuto, come dire, "di getto"?    
L'ho scritto tutto di getto in un mese e mezzo.
  • So bene che la precarietà é una situazione molto difficile da più punti di vista. Da una parte ci si sente vulnerabili perché si é in balia di condizioni lavorative spesso degradanti e, se l'alternativa è la disoccupazione, anche"obbligate"; dall'altra, non essendo in alcun modo tutelato e protetto, talvolta la paura è proprio quella di "scoprirsi"denunciando episodi spesso al limite della legalità e della schiavitù. A questo proposito ti chiedo...tu hai mai provato questa paura?                                                                                         
Inizialmente sono stata anche io vittima di questa paura poi ho capito che così non avrei mai cambiato nulla e che anzi, avrei solo alimentato un sistema sbagliato e incostituzionale. Il coraggio per una reazione è nato proprio da questa presa di coscienza.
  • Qual' è il messaggio che volevi comunicare uscendo allo scoperto e raccontando al mondo le tue esperienze?                                                                                                                  
Volevo illustrare uno spaccato vero e concreto di quest' Italia. Non tutti se ne sono resi conto. L'ignoranza è la peggior cosa. Speravo di riuscire ad arrivare anche ai tanti giovani che come me stavano (e stanno) vivendo queste situazioni, per farli sentire meno soli, meno sbagliati.
  • Avresti immaginato di avere il successo che poi hai ottenuto?                               
Assolutamente no. La mia vittoria più grande è stata proprio la risposta delle persone. Conoscerle, incontrarle e sapere che il mio libro in qualche modo è utile o è anche solo riuscito a regalare ore di spensieratezza e riflessione. è una cosa che ogni giorno mi onora e mi emoziona.
  •  Sei stata contattata da coloro che hanno letto il tuo libro, e se sì, quali reazioni hai riscontrato?                                                                                                                               
Mi hanno scritto tantissime persone. Giovani e non. Mi hanno ringraziata, raccontandomi le loro storie. Come dicevo prima, questa è la mia vittoria più grande.
  • Ora vorrei entrare un po' nello specifico dei contenuti di Aria Precaria....Nel leggere alcuni degli episodi che racconti, emergono più volte, oltre alle problematiche meramente lavorative, anche quelle legata al genere. Ecco quindi che non mancano proposte indecenti e soprattutto osservazioni, come dire "sessualmente" connotate da parte di alcuni datori di lavoro.                                                                                                    

  • Confermi anche te quindi che, seppure nel 2013, quello che affiora è un quadro lavorativo ancora molto iniquo nei confronti delle donne, tanto più se giovani e quindi doppiamente ostacolate?                                                                                                                    
Assolutamente sì. La cosa più triste è che le lotte del '69 sembrano già essere troppo lontane. Lavorativamente parlando, purtroppo in Italia, la mentalità nei riguardi delle donne è ancora troppo spesso ancorata al primo dopo guerra.
  • L'altro tema che emerge dal tuo libro, in modo dolorosamente concreto, è quello del lavoro in nero, "modus operandi" che purtroppo ancora rimane molto radicato nel nostro paese e che anzi, negli ultimi tempi, sta vedendo addirittura un'ascesa. Come spieghi questa retrocessione?                                                                                                                  
E' un discorso molto delicato. Le leggi italiane non tutelano né i lavoratori né i datori di lavoro. Spesso ci si trova costretti a dover offrire (e accettare) lavori in nero altrimenti troppo tassati. Si finisce così in un circolo vizioso e pericoloso in cui nessuna parte viene tutelata. Ovviamente poi, ci sono i datori di lavoro che ne approfittano, ma quelli va da se, ci sono sempre.
  • L'altra problematica che si evince leggendo la tua storia è quanto l'instabilità lavorativa ed economica possa influenzare la vita privata, sia famigliare che di coppia. In rapporto ai periodi  segnati dalla ricerca instancabile di lavoro infatti si legge: « Mi sentivo inutile, una parassita, costretta a dipendere dalle persone che mi amavano anche solo per un caffè al bar(...)Pulivo e ripulivo casa cercando di placare così ogni senso di colpa....» (pag 85)
Ecco, quello che mi chiedevo é se, forte della tua esperienza come donna e come giovane moglie, potessi dare una piccola "ricetta della felicità" (o se preferisci della "sopravvivenza":-)) a quanti stanno attraversando proprio lo stato d'animo che descrivi egregiamente in queste righe. In questi casi non é affatto facile riuscire a non lasciarsi prendere dallo sconforto, influenzando così anche la felicità che unisce due persone che si amano
                                                                                                                                      
Purtroppo la ricetta per la felicità non l'ho ancora trovata. L'unica cosa che mi sento di consigliare è quella di non arrendersi. Di denunciare, di lottare, di parlare, confrontandosi e chiedendo aiuto. Il silenzio e l'isolamento (reazioni spontanee in questo tipo di situazioni) non portano a niente.
  • Infine, ti vorrei chiedere solo qualche parola sulle politiche finora adottate per il lavoro. Pensi che in questi ultimi anni, e in particolare, con la recentissima riforma sul lavoro si siano fatti dei passi avanti o, al contrario, ritieni, che anche in questo caso si possa parlare di una sorta di "retrocessione" sui diritti? Hai delle proposte di miglioramento o delle speranze?                                                                                                                                 
Non solo siamo retrocessi ma continuiamo a farlo. La miriade di tipologie contrattuali, la poca capacità di tutelare i lavoratori e la totale assenza di forza da parte dei sindacati sono solo alcune delle cose che in Italia alimentano questa piaga. Non sono un'economista e non mi sento in grado di poter suggerire soluzioni. La conseguenza alla mancanza di un posto fisso è l'ingestibilità di una situazione quotidiana massacrante che rende la vita (e la crescita) individuale davvero impossibile.                    

 Se poi vogliamo dire che il posto fisso non esiste più e che la nuova società è mobile e in continuo cambiamento, allora devono essere date altre possibilità. Un esempio? La possibilità di chiedere un mutuo anche con un contratto a tempo determinato. Troppo rischioso? Certo. La possibilità alla maternità o alla paternità, al sussidio di disoccupazione tra un contratto e l'altro e via dicendo. Secondo il mio modesto parere è troppo comodo lanciare il sasso nascondendo la mano. I problemi legislativi ci sono e sono evidenti, sarebbe ora di fare qualcosa al riguardo.   
  • E' tutto! ti saluto e ti ringrazio moltissimo per la collaborazione! A presto!              
Grazie mille a te! E' stato davvero un piacere!

lunedì 11 febbraio 2013

Il Papa si dimette e il mondo resta sconvolto..ma non sarà un po' troppo?

Papa Benedetto XVI ha annunciato le sue dimissioni: dal 28 febbraio abbandonerà il suo posto per dar spazio al prossimo candidato alla prestigiosa carica...

I commenti dal mondo della politica sono stati immediati e soprattutto, tutti, senza differenza tra schieramenti politici si dicono sconvolti...

Già previsti per oggi dossier speciali via radio e via televisione per discutere del fatto..

Dunque..vista l'enorme attenzione attribuita a questa notizia da parte di tutti i media, una domanda retorica non puo' che sorgere spontanea.. MA NON SARA' UN PO' TROPPO?

Queste solo alcune delle notizie di questi giorni:

1- 11/02/2013 Esplosione al confine tra Siria e Turchia. Un'auto e' saltata in aria uccidendo sette persone e ferendone circa 33. Lo riportano fonti ufficiali turche spiegando che il numero delel vittime potrebbe salire (fonte: www.larepubblica.it)
2- 11/02/2013 Stato Unione, nell'agenda Obama riduzione arsenali nucleari (fonte: www.larepubblica.it)
3- 11/02/2013 Milano -Inaugurata la linea 5 del la metropolitana Atm: in un giorno 23mila passeggeri (fonte: www.corriere.it)

3-  10/02/2013 Sale a sette il numero delle vittime di Nemo, la tempesta di neve che sta sferzando il Nordest statunitense e l'Ontario, in Canada (fonte: www.ilgiornale.it)

 4- 06/02/2013 Acapulco, sei turiste spagnole stuprate da cinque uomini armati e incapucciati (fonte: www.corriere.it)

....Alle quali si aggiungono i quotidiani aggiornamenti sulla campagna elettorale e la notizia shock dell' Istat dell'8/01/2013 sulla disoccupazione giovanile che tocca i massimi storici dal '92 collocandosi al 31,7%...

Detto questo, quello che viene da chiedersi è PERCHé? Le notizie catastrofiche non mancano e così nemmeno quelle semplicemente politiche, è possibile che il pubblico si dica letteralmente sconvolto solo dalle dimissioni del Papa?

Ecco solo alcuni dei mille commenti che di ora in ora piovono come cavallette:

"E’ una notizia di portata storica..E’ un grande teologo che ha messo la teologia al servizio della Chiesa”. Pier Luigi Bersani
"Il Papa ha annunciato che lascia il Pontificato dal 28 febbraio. Grande dolore". Roberto Formigoni
"La notizia delle dimissioni del Papa ci turba molto" Nichi Vendola
"Siamo molto vicini al Papa. Vogliamo bene al Papa perché con questo gesto ha dimostrato di essere un autentico rivoluzionario" . Pierferdinando Casini
"Colpito dalla decisione del papa, la sua visita a Milano fu grande emozione"- Pisapia
"Sono un credente sconvolto"- Storace

CAMPAGNA ELETTORALE O SINCERO TURBAMENTO? 

Una cosa é certa. Se le notizie relative alle dimissioni del Papa provocano più scompiglio di quelle che ogni giorno si leggono nelle pagine di cronaca su imprenditori e disoccupati che decidono di togliersi la vita per la disperazione, forse il cammino dell'Italia per affermare il principio di laicità dello Stato,  é più lungo del previsto....e meno male che lo recita anche la nostra Costituzione "Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani" (art.7 della Costituzione Italiana)


Con questo termino la mia breve riflessione....vi lascio con un ottima vignetta...l'ideale  per sdrammatizzare questo falso dramma:-)

fonte: http://www.giornalettismo.com


mercoledì 16 gennaio 2013

Nasce su Facebook una pagina per contare le vittime della Riforma Fornero

Dopo l'entrata in vigore della Riforma Fornero sul Lavoro, nata con l'intento di colpire "la cattiva flessibilità"modificando sostanzialmente alcune delle forme contrattuali atipiche più comuni in Italia, ciò che emerge, dalle prime statistiche e dai rapporti forniti dai sindacati (CGIL in primo piano) sembra invece riferirsi ad un risultato esattamente opposto.
Presupponendo tra dicembre e gennaio la scadenza di circa un centinaio di migliaia di contratti di questo tipo, la stima è quella di un eguale numero circa di disoccupati o occupati tramite forme contrattuali ancora meno tutelative di quelle in corso prima di quest'anno.

Ma cosa é accaduto?

Premesso che le modifiche più importanti apportate dalla Riforma hanno colpito soprattutto la forma contrattuale atipica più utilizzata in Italia- ovvero i CO CO PRO=> contatti di Collaborazione a Progetto - introducendo questi presupposti:

1-Ridefinizione del "Progetto" di queste forme contrattuali, il quale puo' riguardare solo attività DIVERSE dal settore in cui é impiegata l'azienda che stipula il contratto

2-Aumento dei costi contrattuali e dei contributi

3-Imposizione di retribuzione uguale o superiore a quanto stabilito in base alla media tra le tariffe del lavoro autonomo e dei contratti collettivi nazionali


La drammatica conseguenza è stata ed è che in un paese come l'Italia, dove la Crisi galoppa ormai da qualche anno, la soluzione più semplice per i datori di lavoro colpiti dalla riforma non è stata certo assumere, ma al massimo decidere se "lasciare a casa" o,  in alternativa, "declassare" a contratti ancora meno cautelativi e meno costosi i propri collaboratori.

Ricordiamo che in Italia le forme contrattuali esistenti sono 46, di cui ben 20 atipiche.

Dunque la scelta, senza l'abolizione dei contratti atipici più dannosi per il lavoratore,  si può dire molto ampia e variegata. Aggiungendo a questo anche la penuria di riforme adeguate per la creazione di nuovi posti di lavoro, la mancanza  di misure atte a detassare il lavoro dipendente, sia per le aziende che per i lavoratori, ecco che si riesce a comprendere il perchè di questo drammatico risultato.

A questo proposito è nata una pagina apposta su facebook:

 Ero Un CoCoPro E Ora Sono Un DO=DiversamenteOccupato

Dalle apparenti tinte satiriche ma con l'amaro in bocca, questa pagina, direttamente sostenuta anche da questo blog e dalla rispettiva pagina facebook La Voce Di Pandora  nasce con due intenti precisi:
1- Di formare un gruppo di solidarietà per le vittime della Riforma e del sistema lavorativo precarizzante italiano
2- Di fare un serio tentativo di Auto-Censimento e Statistica circa questo recente fenomeno di cui, finora, a parte gli allarmi lanciati dai sindacati, poco si parla.

Per scongiurare l'eventualità che si verifichi l'ennesimo errore fatto con i superficiali conti effettuati sui cosiddetti "esodati", i cui numeri ancora oggi sembrano crescere sempre più, l'intento della pagina è di contarsi, guardarsi in faccia e cercare di capire i reali numeri della manovra.

Chiunque può clikkare sulla pagina, sostenitori e vittime. L'unica cosa che si chiede in più alle vittime è quella di presentarsi sulla bacheca, senza bisogno di scrivere il settore lavorativo di provenienza o similia, insomma semplicemente di "farsi vedere".

La Voce di Pandora sotiene il progetto e invita i suoi lettori a parteciparvi e a diffonderlo..basta un clik.

Alla prossima
G.



Per le foto si ringraziano:
EroUnCoCoProEOraSonoUnDoDiversamenteOccupato
http://maurobiani.it/
http://lemanineicapelli.ilcannocchiale.it/2010/08/14/il_valzer_del_precario.html