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mercoledì 5 novembre 2014

Hai già la P.Iva o vuoi aprirla? Bene ma prima leggi questo post....

Ciao a tutti,
é da tempo che non scrivo perché, tra lavoro e altro, non ho avuto un minuto per dedicarmi al BLOG...Scrivo pero' oggi per segnalare una problematica che, in quanto freelance mi sono ritrovata a dover affrontare...sperando che questa mia testimonianza possa aiutare chi altro si troverà nella mia situazione.

Ci sono numerosi siti che si occupano di fare incontrare l'offerta di servizi in libera professione con la domanda delle aziende e per farlo ti richiedono un'iscrizione e come sempre annesso, una richiesta di dati sia personali che sulle proprie competenze.

Oggi parlo del sito Freelancer.com ma immagino che questo non sia né il primo nè l'ultimo ad attuare questo tipo di politiche, come vedrete alquanto discutibili.

Freelancer.com é un sito che promette grandi cose per il mondo dei liberi professionisti compresa un'iscrizione gratuita, ma che poi, tra richieste successive di abbonamenti a pagamento e altro si rivela tutt'altro, anzi a mio modesto parere, un terribile gioco al ribasso dal quale non é nemmeno facile uscirne.

Questo perché, una volta iscritti, se "malauguratamente" si decidesse di cancellare il proprio account, questa azione, che è impossibile a farsi da soli come invece avviene nella maggior parte dei siti che si occupano dell'incontro tra domanda e offerta di lavoro, deve necessariamente passare dal supporto clienti (in lingua esclusivamente inglese), dal quale la cancellazione viene effettuata solo dopo ripetuti solleciti e, in ultima istanza,velate "minacce" compresa quella di rivolgersi, se ancora ignorati, ad associazioni a difesa dei consumatori.


Ma come funziona esattamente questa trovata? Per spiegarvi cito alcuni passaggi di un bellissimo ed esilarante post del blog "I Signori della Truffa – Traduttori sgamati e non" che ho trovato con piacere trattare anch'esso di questa problematica e che invito tutti a leggere....ecco quanto spiega il post in maniera molto diretta....
Freelancer.com è una compagnia australiana nata da pochi anni, che sorge come meeting point per freelance e datori di lavoro. Chiunque abbia un progetto per il quale desideri assumere un libero professionista può iscriversi, postare la propria offerta e andare a farsi una tazza di tè nell’attesa.....................
Professionisti di tutti i tipi: IT, designer, architetti, dotti, medici, sapienti. E anche traduttori. Sembra una moderna Arca di Noè per i portatori sani di partita IVA, ci si sente meno soli, all’inizio. Ma dura molto poco. Per prima cosa, un’iscrizione Membro Base ti dà più o meno gli stessi privilegi e vantaggi di un piccione a Buckingham Palace. Botte da orbi e nulla di fatto. Il problema è che ogni sei ore arrivano quelle newsletter così succulente, così invitanti, piene di nuove offerte di lavoro che è impossibile non pensare .............Quindi, come suggerisce il sito, si passa all’upgrade del profilo. 19$ e passa la paura, non sei più l’ultima scoreggia del posto, adesso sei qualcuno. ............
 Dici? In verità cominci a piazzare preventivi, perfezioni il CV, carichi anche tu una foto con la tua faccina sorridente. Epperò non succede nulla. Come mai? .............Eh ma che strano, con i miei titoli e le mie cinque pagine di CV maturate in anni e anni di schiavitù non-stop, mi fa un po’ specie… Poi ti accorgi che non hai il badge della conoscenza livello 1 di inglese. Che ci sia scritto 110 e Lode su entrambe le tue lauree, in fondo, cosa mai vorrà dire. Allora spendi altri 5$ per compilare correttamente The Cat is on the Table e vieni piazzato al percentile più alto di tutti, che neanche quando la maestra misurava tutta la classe contro il muro eri mai stato più in alto. .........
 La cosa comincia a puzzare di bruciato, ma ti butti lo stesso. Fai un paio di offerte, poi addirittura vieni contattato tu per primo da un professionista che giura sulla testa dei suoi figli che il TUO profilo è ESATTAMENTE quello che stava cercando. Per uno straordinario lavoro da 30 articoli di 500 parole pagati 1$ l’uno. In inglese. “No ma sei poi sei brava i successivi 60 te li pago 2$ l’uno”.

A quel punto ti si apre il chackra del fa**ulo, e un paio di cose si fanno chiare:
1. Se a gioco duro i concorrenti puntano in basso, probabilmente è un gioco di m***a. Sicuramente, viste le mie competenze, un progetto di ingegneria civile fatto da me viene a costare molto poco, ma non so a chi consiglierei di passare sul ponte da me progettato. Stessa storia per le traduzioni.
3. Il servizio clienti Freelancer.com è introvabile sulla pagina. Ma siccome non sanno con chi hanno a che fare, setacciando bene si trova, ti risponde Savannah l’australiana che cerca di venderti anche sua nonna pur di farti rimanere nella grande famiglia Freelancer.com, e per due settimane non c’è verso di farsi cancellare l’account. 4. Alla parola “denuncia” ogni ginocchio si piega, nei cieli, sulla Terra e sotto Terra. Anche quelli di Savannah. 5. Il fatto che alla parola “denuncia” l’account sparisca nella nebbia la dice lunga ........................................
Ecco, inutile aggiungere parole superflue a questa descrizione, che illustra alla perfezione quello che è capitato a me e a chiunque altro, immagino, abbia avuto la fortuna di entrare in contatto con questa realtà....forse il mio interlocutore non si chiamava Savannah ma confermo che la "strategia aziendale" utilizzata da questo fantomatico servizio clienti per dissuaderti dal cancellarti dal sito è esattamente quella spiegata nel dettaglio dalla collega blogger....

Non siete ancora convinti? Fate un esperimento: Provate a svolgere una veloce ricerca su google mettendo la parola Freelancer.com e guardate quanti risultati vi vengono fuori che portano il titolo di "Freelancer.com Scam" (Scam in inglese= Truffa)....

Detto ciò...Vuoi metterti in proprio? Benissimo! Ma prima leggi questo post! Potrebbe esserti utile!



immagini tratte da: Studio Salvatore  
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Codacons- Emilia Romagna



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